Firenze affittasi, dopo Ponte Vecchio ecco tariffario: Cena da Pitti 15mila €…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2013 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA
Firenze affittasi, dopo Ponte Vecchio ecco tariffario: Cena da Pitti 15mila €...

Firenze affittasi, dopo Ponte Vecchio ecco tariffario: Cena da Pitti 15mila €…

FIRENZE – Per affittare Ponte Vecchio la Ferrari ha dato al Comune di Firenze ben 120 mila euro. Una concessione che ha scatenato le polemiche tra il sindaco Matteo Renzi e gli esponenti del Movimento 5 stelle, che hanno chiesto dove quei soldi siano finiti. E mentre la polemica per la cena di Luca Cordero di Montezemolo e amici sull’amato Ponte Vecchio, la soprintendente ai Beni culturali Cristina Acidini ha annunciato la nascita di un vero e proprio tariffario per la “concessione in uso dei beni culturali per eventi”.

Tommaso Montanari sul Fatto quotidiano scrive che per un cocktail nella Grotta del Buontalenti a Boboli il prezzo da pagare è di 5mila euro, più altri 100 euro per la luce elettrica. Per una cena nel Cortile dell’Ammannati di Palazzo Pitti il costo è di 15mila euro, ma il tariffario continua:

“Volete esagerare? Volete mangiarvi una ribollita vicino alla Madonna della Seggiola di Raffaello, nella Galleria Palatina di Pitti? Beh, sono 10 mila, ribollita esclusa. E se invece vi accontentate di un mojito sotto le volte di Pietro da Cortona, ne bastano 7.000. Volete fare l’addio al celibato in compagnia della Venere di Botticelli, agli Uffizi? Prezzi popolari, considerando la location: per un cocktail 5 mila, per una cena fanno 10 mila”.

Non solo cene e feste, ma anche sfilate, spettacoli e manifestazioni, scrive Montanari:

“Se poi siete uno stilista e volete replicare i fasti dell’anno scorso facendo una bella sfilata tra i quadri e le statue dei Medici mettete in conto 150.000 euro (qualcuno in soprintendenza legge il giornale: l’anno scorso erano solo 30.000, e la cosa fece scandalo). Se invece volete regalare agli amici uno spettacolo, dipende: il tariffario prevede che se è “teatrale”, il Cortile dell’Ammannati di Pitti vi costa 5.000 euro, se è “culturale” (e la differenza la sa iddio) vi si fa uno sconticino, e fanno 3.000. Se poi volete farci una non meglio definita “mani – festazione” (contro la Kyenge, per esempio) preparatene ventimila”.

Un tariffario vero e proprio ideato dalla soprintendente di Firenze che deve 600 mila euro alla Corte dei conti, scrive Montanari:

“La Corte dei conti chiede 600 mila euro di danno erariale alla stessa soprintendente di Firenze per aver fatto sborsare allo Stato 3 milioni e 250 mila euro per un crocifisso “di Michelangelo” che ne valeva (parola del responsabile scultura di Christie’s interpellato dalla Corte) al massimo 85 mila”.

Per Montanari il tariffario di Firenze è un “piccolo problema di decoro nazionale”:

“Attare gli Uffizi per eventi privati è come se il Senato Accademico della Sapienza si affrettasse a fissare i prezzi per il noleggio dell’Aula Magna per battesimi e cresime, o se Napolitano affiggesse sull’uscio del Quirinale il listino dell’affitto per il Salone delle Feste, o se la Boldrini noleggiasse il Transatlantico per cene eleganti. E le nostre Soprintendenze cosa sono: organi di ricerca e tutela, o gestori di camere a ore?”.