Firenze: aggressione a ragazza con laccio al collo, indiano scarcerato dopo 48 ore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Febbraio 2017 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Firenze: aggressione a ragazza con laccio al collo, indiano scarcerato dopo 48 ore. Meno di una settimana fa, la notte del 22 febbraio, Harwinder Singh, cittadino indiano residente a Fiumicino (Roma), aggrediva una ragazza in una strada periferica di Firenze stringendole il collo con il laccio del cappuccio della felpa, nel vano tentativo – solo perché gridando la ragazza ha fatto intervenire una provvidenziale pattuglia – di usarle violenza.

Arrestato e tradotto al carcere di Sollicciano con l’accusa di tentata violenza sessuale e lesioni personali aggravate (la vittima è finita in ospedale), Singh è stato interrogato il 24 dal gip Francesco Bagnai. Che ha convalidato solo le lesioni ma non la tentata violenza sessuale. Risultato: a meno di 48 ore dall’aggressione Singh è uscito dal carcere e se ne è tornato a casa sua a Fiumicino dove lavora come bracciante con l’obbligo di non uscire dalle 20 alle 7 di mattina. La Repubblica di Firenze ha raccolto i dettagli dell’intera vicenda, a partire dalla scelta del gip che non crede alla violenza sessuale ma non si capisce come possa non riconoscere nel tentativo di strangolamento accertato i “gravi indizi” per la custodia cautelare.

Il gip ritiene che vi siano gravi indizi per il reato di lesioni personali aggravate. Riconosce “la estrema brutalità dell’atto, compiuto utilizzando uno strumento che poteva facilmente provocare conseguenze anche molto più gravi”. Ma “per quanto riguarda la finalità di violenza sessuale”, ritiene che “vi siano invece molti dubbi, perché in realtà l’indagato non ha compiuto nessun atto tipico di tale reato”.

Cioè non ha palpeggiato né ha cercato di spogliare la ragazza. Forse non ha avuto il tempo, visto che lei – per quanto gettata a terra con violenza e quasi soffocata dal laccio che l’uomo stringeva con estrema forza – è riuscita a reagire sferrando calci all’inguine e alla testa dell’aggressore e a gridare aiuto, facendo accorrere due operatori del Quadrifoglio.

In ogni caso è stato lui – rintracciato poco dopo da una pattuglia della Guardia di Finanza – a dire: “Ho aggredito la ragazza perché me la volevo scopare”. Secondo i finanzieri, Singh, in Italia da sei anni, è in grado di comprendere e di parlare perfettamente l’italiano. Ma per il gip le sue dichiarazioni alla pg non sembrano convincenti, “perché in effetti Singh non parla bene l’italiano, anzi non lo parla quasi affatto e inoltre si trovava in una situazione di evidente costrizione”. (Massimo Mugnani, Luca Serrano, La Repubblica)