Firenze, uno dei 2 carabinieri accusati dalle studentesse Usa: “Ci siamo comportati da maschietti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Marzo 2018 - 08:42 OLTRE 6 MESI FA
Firenze, parla uno dei due carabinieri accusati dalle studentesse Usa: "Ci siamo comportati da maschietti"

Firenze, uno dei 2 carabinieri accusati dalle studentesse Usa: “Ci siamo comportati da maschietti” (foto d’archivio Ansa)

FIRENZE – “Ci siamo comportati da maschietti”. Lo avrebbe affermato, riporta l’Ansa, uno dei due carabinieri – l’appuntato Marco Camuffo e il militare scelto Pietro Costa – accusati di aver violentato due studentesse Usa a Firenze il 7 settembre 2017, dopo averle accompagnate a casa con l’auto di servizio.

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Secondo l’Ansa uno dei due militari lo avrebbe detto durante l’interrogatorio dalla pm Ornella Galeotti pochi giorni dopo il fatto. Entrambi i militari hanno affermato davanti al pubblico ministero che sarebbero state le ragazze a prendere l’iniziativa, e di non essersi accorti che erano ubriache. A far partire le indagini fu la denuncia delle due studentesse, di 20 e 21 anni, che raccontarono di aver subito violenza nell’androne delle scale del palazzo dove vivevano nel centro di Firenze, da parte dei due carabinieri che si erano offerti di riportarle a casa con l’auto di servizio.

Una volta arrivati sotto la casa delle giovani, i militari, secondo quanto raccontato al momento dell’interrogatorio da uno dei due, avrebbero deciso di accompagnarle dentro al palazzo “per galanteria”, senza secondi fini. “Si è sempre fatto così, anche per una cosa di galanteria”, e per motivi di sicurezza, “perché magari le aggrediscono nel portone”. Entrambi, inoltre, avrebbero affermato di essere a conoscenza di aver violato il regolamento decidendo di farle salire sull’auto di servizio per portarle a casa: “Ci siamo consultati… eravamo titubanti” avrebbe detto uno dei militari.

La procura di Firenze ha concluso le indagini, e l’avviso di chiusura, firmato dalla pm Ornella Galeotti, è stato notificati ai legali dei due militari. Se la procura deciderà di chiedere il rinvio a giudizio, per i due carabinieri sembra ora più concreto il rischio di finire sul banco degli imputati. Costa e Camuffo, accusati di violenza sessuale aggravata, hanno la possibilità di farsi interrogare nuovamente dal pubblico ministero anche se questa per ora è solo un’ipotesi viste le dichiarazioni già rese in sede di interrogatorio e di incidente probatorio, dove i militari hanno sempre respinto le accuse accusando le ragazze di aver preso iniziativa.

Con la chiusura delle indagini i legali dei militari possono accedere all’interno fascicolo processuale, e verificare quali elementi di prova sono stati raccolti a carico dei loro assistiti. “Domani vedrò il fascicolo e solo allora decideremo se fare un altro interrogatorio o meno”, afferma l’avvocato Cristina Menichetti, difensore di Marco Camuffo. A far scattare le indagini fu la denuncia delle due studentesse. Le giovani raccontarono di aver incontrato in un locale a piazzale Michelangelo i due militari, che poi si offrirono di portarle a casa.