Firenze, i 500mila euro vinti alla slot-machine vanno restituiti: mazzata del giudice a 3 amici troppo fortunati

Vincere 500mila euro alla videolottery e doverli restituire: doccia fredda del giudice a tre amici fiorentini..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Agosto 2022 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
firenze 500mila euro slot-machine

Slot-machine (Ansa)

Firenze, i 500mila euro vinti alla slot-machine vanno restituiti. Ora, immaginate di vincere 500mila euro con una botta fortunata alle slot machine e dover poi restituire il tutto 10 anni dopo. E con gli interessi. Un risveglio da incubo da un sogno troppo bello per essere vero è quanto precisamente capitato a tre amici fiorentini che nel 2012, giocando alla videolottery di un bar sulla via Nuova per Pisa.

Firenze, i 500mila euro vinti alla slot-machine vanno restituiti

Il fatto è che quella botta di fortuna non era del tutto limpida. I tre, ha stabilito la Corte d’Appello di Firenze, approfittarono senza ombra di incertezza di un buco, una falla del sistema durato 17 minuti.

Snaitech, che gestisce quel servizio, aveva fin da subito contestato le vincite. Tant’è che altri “fortunati” in quella striscia di tempo impazzita, non hanno mai visto il becco di un euro. I tre invece riuscirono a convincere il Tribunale della liceità della vincita ottenendo un decreto ingiuntivo che costringeva Snaitech a corrispondergli i 494mila euro della vincita.

Dopo 10 anni la Corte d’Appello ha cambiato parere. E se i soldi i tre li avessero già spesi, viene da chiedersi? 

Segno – piccola nota di buon senso –  che troppo si sono fidati della giustizia italiana. La situazione imporrebbe prudenza assoluta. E infatti, secondo tutte le prove, gli indizi, le evidenze raccolte, difficile dar torto al giudice d’appello. 

17 minuti di falla nel sistema

Vediamo cosa dicono. Secondo i giudici di secondo grado. “Il malfunzionamento del sistema avvenuto il giorno 16 aprile 2012 può considerarsi fatto accertato e non più contestabile.

Del resto, elementi indiziari, che confermano ulteriormente la superiore conclusione, sono stati forniti dalla stessa difesa di parte appellata con la produzione delle dichiarazioni del responsabile del punto Snai, dove l’uomo giocò, raccolte nell’immediatezza del fatto dalla guardia di finanza, già sopra richiamate.

Si ribadisce infatti che l’anomalia era resa del tutto evidente e percepibile dallo stesso giocatore in ragione del fatto – sottolineato dal responsabile, e non specificatamente contestato dall’uomo, che la vincita riportata nel ticket emesso dalla macchinetta, in possesso dell’uomo, indicava un importo superiore al jackpot fino ad allora accumulato e ben visibile su display dell’apparecchio che era di 401mila euro”.

Ah ecco, è stato bello sognare. Finita qui? No, c’è un altro grado di giudizio, non è detta l’ultima. Anche se, un nuovo ribaltamento della sentenza segnalerebbe lo sconfortante approdo della giustizia italiana nell’arbitrio e nell’alea di una puntata al tavolo della roulette.