Firenze, il racconto del del carabiniere: “Ho sbagliato ma non sono uno stupratore”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2017 - 17:20 OLTRE 6 MESI FA
Firenze, la confessione del carabiniere: "Ho sbagliato ma non sono uno stupratore"

Firenze, la confessione del carabiniere: “Ho sbagliato ma non sono uno stupratore”

FIRENZE – “Sono vent’anni che indosso la divisa. Vent’anni che combatto contro i delinquenti. Vent’anni che dedico la mia vita agli altri. Si lo ammetto. Ho fatto una cosa inopportuna, sbagliata, assurda. Ma lo stupro no, mai. Non ho stuprato nessuno, Dio lo sa. È il peggior reato che esista. Non l’ho violentata, quella ragazza era consenziente. Lo giuro, credetemi”. Questa la confessione, riportata dal Tempo, del carabiniere di Prato, 45 anni, sposato e padre di un figlio, accusato di aver stuprato, insieme ad un suo collega, due studenti americane a Firenze.

L’uomo, 40 anni, separato con figli, si è presentato ieri mattina negli uffici del Palazzo di giustizia, insieme con l’avvocata Cristina Menichetti di Prato ha detto che un rapporto sessuale c’è stato e che la ragazza americana “era consenziente”: “Non c’è stata nessuna violenza, quella ragazza non era ubriaca o almeno io non me ne sono accorto”, ha detto il militare.

Parole che trovano il netto rifiuto di Del Sette: il generale ricorda che l’Arma nel Paese è fatta di 4.600 stazioni e “il primo dovere di un carabiniere è quello di essere un cittadino esemplare, di agire nell’onestà morale, nella piena legalità. Se non lo fa, tradisce una scelta di servizio”. Il comando generale dell’Arma ha sospeso dal servizio in via precauzionale entrambi i carabinieri.

“Sì, quel passaggio glielo abbiamo dato – confessa -. Eravamo intervenuti davanti alla discoteca Flò”, “mentre riprendevamo il servizio abbiamo notato le due ragazze al lato della strada. Barcollavano, non si reggevano in piedi, erano sole. Avevano bevuto, si vedeva chiaramente, non erano lucide. Gli abbiamo chiesto dove andavano, se era tutto okay. Ci hanno detto che aspettavano un taxi, che non arrivava mai” e “credendo di far bene, ci siamo offerti di accompagnarle a casa. Certo quando le abbiamo fatte salire non avevamo cattive intenzioni”. Arrivati a destinazione “ci siamo fermati, siamo scesi perché non si reggevano in piedi e volevamo accompagnarle in casa – continua il militare -. Lei mi ha invitato a entrare, e poi non ho capito più niente. Ho fatto una cosa assurda”, “siamo stati insieme, ma non c’è stata violenza. Era consenziente. Ecco perché, quando ho sentito la notizia, non mi è sembrato possibile. Quadrava tutto, ma mancava un pezzo. Mancava lo stupro, la paura di quella ragazza. Abbiamo avuto un rapporto sessuale ma, lo giuro, più che consenziente”.