Firenze e la pubblicità: dai nani al bidet, anni di polemiche

Pubblicato il 18 Agosto 2011 - 00:27 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Un’affissione pubblicitaria con Piazza della Signoria affollata da nani da giardino che si lamentano della puzza, per promuovere un prodotto per la manutenzione delle fosse biologiche? ”Un danno di immagine pazzesco”, ha commentato il sindaco di Firenze Matteo Renzi, annunciando che saranno valutate azioni legali contro l’azienda produttrice, la Wc Net. I manifesti, secondo quanto appreso fanno parte di una campagna nazionale, sono apparsi alla stazione di Forlì.

Non è la prima volta, negli ultimi due anni, che cartelloni e pannelli pubblicitari (affissi però, questi, nel capoluogo toscano) finiscono nel mirino del Comune e delle istituzioni locali. Nell’ottobre del 2009 infatti Esselunga, sponsor dei restauri del Corridoio Vasariano, aveva affisso su Ponte Vecchio una pubblicità in formato gigante di una sua campagna promozionale, fra lo sconcerto di Palazzo Vecchio e delle soprintendenze. ”Era dal 1939 che Ponte Vecchio non subiva un intervento così invasivo e autoritario”, attaccò l’assessore comunale alla cultura Giuliano Da Empoli, citando il precedente della visita di Hitler a Firenze, per la quale ai piccoli oblò rinascimentali furono sostituite grandi finestre. La contestata affissione fu rimossa nel giro di pochi giorni dall’azienda, che confermò l’impegno per il restauro.

Controversia a sfondo religioso invece quella del gennaio 2011, quando in occasione di Pitti Immagine Uomo l’imprenditore bolognese del tessile-moda Carlo Chionna presentò un cartellone pubblicitario, affisso all’esterno della Fortezza da Basso sede della manifestazione, con un Cristo crocefisso inneggiante al Made in Italy. Per regolare la materia la giunta comunale ha approvato lo scorso aprile un regolamento che vieterà le affissioni nell’area Unesco del centro storico, e le pubblicità con immagini blasfeme, oscene, lesive dei valori culturali e religiosi.

”Consentire a una madre – spiegò Renzi allora – di accompagnare il proprio figlio a scuola, senza trovarsi davanti un manifesto sei per tre che ritrae una signorina senza veli che reclamizza un locale per soli adulti, mi sembra solo di buon senso”.

Ma il rapporto di Palazzo Vecchio con la pubblicità non è mai stato facile. Nel 2007 fu approvata una delibera per vietare le pubblicità di veicoli a motore nelle piazze storiche della città, mentre nel 1996 l’amministrazione bloccò una campagna di un’azienda svizzera: accostare il David di Michelangelo ad una marca di bidet sembrò davvero eccessivo.