Fisco, la Confindustria nautica: “Sui controlli degli yacht va chiarita la normativa”

Pubblicato il 12 Agosto 2010 - 21:43 OLTRE 6 MESI FA

Bolla come ”strumentale” e ”pubblicitaria” l’operazione dell’Agenzia delle Entrate sulle società di charter dei megayacht Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, l’associazione aderente a Confindustria che riunisce i cantieri e le aziende della nautica in Italia.

”Non vogliamo passare come protettori degli evasori – sbotta al telefono – ma non si rendono conto del danno fatto ad uno dei pochi settori in Italia che esporta e dà lavoro a migliaia di persone? C’era proprio bisogno di farla il 12 agosto questa operazione, come se queste navi fossero beni invisibili tutto l’anno o uno potesse mettersele in tasca? E poche settimane prima dei grandi appuntamenti internazionali del settore come i saloni di Cannes e di Genova?”.

”Invece di iniziative spettacolari come questa – prosegue Albertoni, accalorandosi – occorrerebbe mettersi seriamente al lavoro e rivedere la normativa fiscale delle società di charter armonizzandola con quella di nazioni contigue all’Italia, come Francia, Spagna o Croazia. Le norme italiane sono lacunose, si prestano ad interpretazioni che da un lato favoriscono chi vuole evadere il Fisco e dall’altra alimentano contenziosi che spesso sfociano in nulla per lo Stato. Ma oramai il danno è fatto. E dopo il caso Briatore, che secondo Federagenti ha provocato una perdita di un miliardo di euro per il settore del charter, ora arriva quest’altra mazzata che farà scappare all’estero i pochi rimasti in Italia”.

”Abbiamo cominciato a collaborare con Agenzia delle Entrate e delle Dogane – continua il presidente dell’industria nautica italiana – per chiudere le lacune normative sia tecniche (si trattano le navi da diporto come petroliere, invece che secondo il codice della nautica) sia fiscali. Occorre però fissare dei parametri, chiari. Il 75% del mercato mondiale del charter è nel Mediterraneo e le coste francesi, spagnole, greche o croate sono solo a poche miglia da quelle italiane. Vogliamo far sparire dall’Italia le ultime barche rimaste?”.