Focolaio nel carcere di Palermo, 31 detenuti positivi. In Sicilia nuova impennata di casi, verso zona rossa

di Antonella del Sordo
Pubblicato il 14 Gennaio 2021 - 13:01| Aggiornato il 7 Aprile 2021 OLTRE 6 MESI FA
Manolo Gambini, si è consegnato a Cerveteri l'uomo evaso da Rebibbia nei giorni scorsi

Manolo Gambini, si è consegnato a Cerveteri l’uomo evaso da Rebibbia nei giorni scorsi (foto d’archivio Ansa)

La diffusione dei casi Covid nelle carceri di tutta Italia, costati la vita ad una decina di detenuti e agenti penitenziari,  desta sempre più preoccupazione. Ora tocca alla Sicilia, dove è appena scoppiato un focolaio al Pagliarelli di Palermo.

Già a ottobre, proprio per alleggerire la pressione del sovraffollamento, con L’art. 28 del d.l. n. 137/2020 si era concesso al condannato in regime di semilibertà di godere di licenze premio straordinarie con durata superiore a quella prevista dal comma 1 dell’articolo 52 dell’Ordinamento Penitenziario (ossia 45 giorni all’anno).  Anche la radicale Rita Bernardini, politica Italiana e presidente dell’associazione Nessuno Tocchi Caino ( che si batte per la pena di morte nel mondo), si è battuta per i detenuti. A dicembre ha avviato infatti uno sciopero della fame per denunciare le condizioni nelle carceri in questo periodo di pandemia.

Nel carcere Lorusso di Pagliarelli, 31 detenuti sono risultati positivi al Covid. La scoperta è stata fatta ieri, 13 gennaio, dopo che uno dei detenuti ha accusato sintomi febbrili. Il tampone ha confermato il sospetto.

Pare che il focolaio sia partito tra i detenuti che hanno continuato ad avere i colloqui con le famiglie. Nonostante le raccomandazioni e gli inviti a mantenere le distanze, qualcuno si sarebbe avvicinato ai propri parenti. Da qui il passaggio del virus che ha contagiato diversi reclusi. Sono in corso tamponi anche sul personale. 

Sicilia verso la zona rossa: 2mila nuovi casi, tasso di positività al 18,6%

La Sicilia è al secondo posto tra le regioni con il maggior numero di casi di Covid (circa 2mila e un tasso di positività del 18,6%), dietro la Lombardia. Il Governatore Musumeci non nasconde la sua preoccupazione: “Abbiamo già istituito dieci zone rosse in Sicilia ma non escludiamo di poterne dichiarare altre, d’accordo con i sindaci e con i dipartimenti prevenzione”.

L’allarme arriva essenzialmente dalle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Quest’ultima è già in lockdown, ma il sindaco De Luca, è stato costretto a fare marcia indietro a causa delle proteste sfociate anche in minacce. Ambienti vicini a De Luca hanno fatto sapere che il sindaco sta “riflettendo”, non escludendo perfino l’ipotesi delle dimissioni.

Musumeci collega la nuova impennata di contagi nell’isola con i comportamenti “indisciplinati” di molte persone durante le feste, ma sottolinea anche un dato incoraggiante: “La comunità siciliana sta reagendo bene alla campagna di vaccinazione: siamo una delle prime regioni in Italia. Siamo intorno all’80%, abbiamo dovuto mettere da parte la quota per il richiamo e nel frattempo sono arrivate 50mila nuove dosi che pensiamo di poter utilizzare entro questo fine settimana”. (fonte ANSA)