Fatto Quotidiano: “Formigoni e i flussi di denaro, da Baghdad a Vaduz”

Pubblicato il 27 Gennaio 2012 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – L’ultima rogatoria in Svizzera ha provato che il conto elvetico che custodisce almeno 879 mila dollari versati dal gruppo Finmeccanica è intestato al tesoriere Alberto Perego, uomo vicinissimo a Roberto Formigoni. La “cassa” però è sofisticata. È una misteriosa fondazione, con sede a Vaduz, conti a Lucerna e Chiasso.

A scoprirla è stato il magistrato della procura di Milano Alfredo Robledo, indagando sul filone italiano di “Oil for food” (il programma Onu che durante l’embargo all’Iraq di Saddam Hussein permetteva di scambiare petrolio con cibo e medicine). Come riporta Il Fatto Quotidiano, Formigoni, in nome dell’amicizia con il cristiano Tareq Aziz, braccio destro di Saddam, ha ricevuto la più massiccia tra le assegnazioni petrolifere fatte in Italia (24,5 milioni di barili). Commercializzate da aziende suggerite da Formigoni (la Cogep della famiglia Catanese, area Compagnia delle Opere, e la Nrg Oils di Alberto Olivi). Queste, in cambio, “ringraziavano ” il governatore della Lombardia con versamenti estero su estero. La Cogep avrebbe pagato tangenti per 942 mila dollari in Iraq e 700 mila a mediatori italiani. La Nrg Oils almeno 262 mila dollari.

Le carte dell’indagine però ricostruiscono comunque i flussi finanziari e indicano i canali da cui sono passati i soldi. Fino a Memalfa, il cuore del sistema. La Fondazione Memalfa nasce il 15 gennaio 1992 a Vaduz, in Liechtenstein. Beneficiari economici: Alberto Perego, organizzatore e tesoriere delle campagne elettorali di Formigoni, e Fabrizio Rota, suo segretario. Lo statuto prevede che alla morte di uno dei due beneficiari il patrimonio venga assegnato all’altro e, alla morte di entrambi, alla Associazione Memores di Massagno, filiale svizzera dei Memores. Ad alimentare i suoi conti di Lucerna e di Chiasso arrivano i soldi provenienti da una società di nome Candonly (basata prima a Dublino, poi a Londra, infine in Olanda), con conti Lgt Bank di Vaduz, Bsi di Zurigo, Beirut Ryad Bank e Barclays Bank di Londra, Ing Bank di Amsterdam.

In uscita, Memalfa bonifica denaro al conto Paiolo di Chiasso e, dopo il 1997, a un altro conto acceso presso la Bsi di Zurigo. Di entrambi, il beneficiario è Alberto Perego. Che soldi arrivano a Candonly, società di Perego e Rota e poi, dopo il 1997, di De Petro? Tra il 1995 e il 2001, Alenia Marconi (gruppo Finmeccanica) vi versa 829 mila dollari. Perché? Secondo il direttore di Alenia Giancarlo Elmi, sono un “ringraziamento” per un appalto da 20 milioni di dollari in Iraq, affare che però non è mai andato in porto. A Candonly arrivano poi i soldi della Cogep, che “ringrazia” Formigoni versando, dal 1998 al 2003, oltre 700 mila dollari. De Petro li giustifica come “compenso per la mia consulenza”: una relazione di tre paginette stilata nel 1996 in cui strologa di un “accordo petroil for food”.

Ma che fine fanno i soldi che arrivano da Alenia, Cogep, Agusta, da Cuba e dall’Angola? Una parte va su un conto cifrato presso l’Ubs di Chiasso intestato a De Petro. Una parte arriva al conto Paiolo presso la Bsi di Chiasso. Il restante affluisce su un paio di conti correnti della banca Falck & Cie di Lucerna e di Chiasso, intestati alla Fondazione Memalfa, il sancta sanctorum dei Memores Domini. Memalfa è stata chiusa nel 2001.