Rodolfo Fiesoli, teste racconta: “Stupri in comunità, coppie separate a forza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2014 - 19:04 OLTRE 6 MESI FA
Rodolfo Fiesoli

Rodolfo Fiesoli

FIRENZE – Un giovane violentato, più volte, da Rodolfo Fiesoli e alcuni soci. E’ quello che sostiene un testimone nell’ambito del processo a Fiesoli, fondatore della comunità Il Forteto per giovani disagiati, e altri soci di Fiesoli.

“Un giovane fu violentato da Rodolfo Fiesoli, non so dire se successe quando era minorenne o maggiorenne. Era venuto al Forteto col fratello, erano di San Marino. Io e mia moglie l’avevamo preso in affidamento, poi diventò uno dei miei figli adottivi, un giorno mi raccontò l’accaduto. Quando andai a chiedere spiegazioni a Fiesoli trovai omertà negli altri membri della comunità”.

Lo ha raccontato il testimone sentito al processo sulla comunità agricola per giovani disagiati Il Forteto, che nel 1977 ne fu socio fondatore insieme alla moglie e al cognato.

Il teste è stato interrogato dal pm Giuliano Giambartolomei nel processo che ha 23 imputati: il ‘guru’ Rodolfo Fiesoli più suoi collaboratori. Riguardo alla vicenda del giovane violentato il teste sentito ha detto che il racconto emerse in relazione ad “un viaggio a Salerno” che il ragazzo avrebbe fatto con Rodolfo Fiesoli. A domande del pm il testimone ha anche detto che gli affidamenti formali alle coppie di sposi della comunità stabiliti dal tribunale dei minori per giovani con famiglie disagiate “non venivano rispettati, venivano cambiati. Il tribunale dette alla comunità quattro fratelli: furono divisi tra quattro coppie diverse”.

Anche il testimone racconta di essere stato violentato da Rodolfo Fiesoli.

”Successe una prima volta nel 1976, avevo 18 anni, poi Fiesoli mi violentò altre volte fino al 1984 – ricorda -, mi diceva che era l’unico modo per sentirmi libero, dopodiché mi permise di tornare a vivere vicino a mia moglie”. Anche un altro imputato del processo ”mi violentò, ma senza tentare di giustificare il gesto come faceva Fiesoli”. “Una volta – ha anche raccontato – “sentii piangere dal bagno un giovane mentre veniva violentato da Fiesoli” e, facendo il nome di un’altra vittima delle violenze, lo stesso teste odierno ha detto che “veniva violentato fin da quando il tribunale lo affidò alla comunità, dall’età di 14 anni”.

Il testimone ha raccontato anche come vivevano le coppie della comunità:

“I mariti dovevano stare divisi dalle mogli, uomini e donne vivevamo in case diverse. Rodolfo Fiesoli separava le coppie che entravano al Forteto. Io e mia moglie volevamo dei figli ma Fiesoli non andava per il sottile e ci diceva che sarebbe stato un atto di egoismo procreare. Io non ho più avuto rapporti con mia moglie dal 1980 al 2003, mi hanno permesso di tornare a dormire con lei nel 2007. Così non abbiamo potuto avere figli nostri anche se li desideravamo”.

Insieme alla moglie formava una delle coppie di sposi del Forteto indicate al tribunale dei minori e ai servizi sociali per l’affidamento di minori disagiati: il ‘guru’ Rodolfo Fiesoli però, emerge dal racconto, non desiderava che queste coppie avessero figli tanto che in circa 30 anni “il primo bambino è nato solo nel 2002, ed è il figlio di un mio figlio adottivo”. Un condizionamento psicologico utile a rappresentare alle istituzioni la presenza di famiglie vere nella comunità agricola, ma che in realtà erano costrette, secondo la testimonianza, a vivere separate per decenni.

Il teste è stato sentito anche sulle ossessioni sessuali di Fiesoli e ha confermato, come i primi testimoni del processo, che “la sera, nelle riunioni degli adulti, lui insisteva per conoscere le fantasie sessuali di tutti al punto che pur di andare a dormire” dopo una giornata di lavoro agricolo “c’è chi gliele inventava”. Riunioni in cui Fiesoli, prosegue il racconto, promuoveva “l’omosessualità” dopo aver giustificato la separazione tra uomini e donne. “Mia moglie era tra quelle prese di mira, al punto che poi so che ebbe rapporti intimi con un’altra donna della comunità, ma anche altre donne avevano rapporti fra loro”. Il teste scappò con la moglie dalla comunità nel 2008. ha raccontato anche di quando discusse con un altro membro del Forteto e quello “mentre tornavo in casa mi dette un colpo in testa e mi spintonò nella sala mensa dove c’era Fiesoli a cui disse: ti vuole denunciare dai carabinieri!”.