Francesco, eroe di Genova: “Non ho potuto salvare tutti”

Pubblicato il 4 Novembre 2011 - 21:37 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA, 4 NOV – ”Il ragazzino gridava ‘c’e’ la mamma c’e’ la mamma’, ma io non la vedevo piu’, non ho potuto fare niente. Sono riuscito a tirare fuori lui e un anziano, che tra l’altro conosco. Ma gli altri non si vedevano piu”: Francesco Plateroti, 45 anni, e’ l’angelo salvatore di via Fereggiano 2/b, ma si dispera.

Ha salvato la vita a un ragazzo di 15 anni e a un sessantanne che avevano gia’ il fango alla gola, ma non e’ riuscito a strappare dal fango la mamma del ragazzo e le altre quattro persone morte nella cantina del suo condominio, in tutto tre donne e due bambine. ”Le ho cercate ma quelle donne non c’erano piu’, non c’erano piu”’ si dispera.

Francesco fa il benzinaio in un impianto di Genova Ovest e aveva smontato poche ore prima dal turno di notte. Abita al terzo piano del condominio dove c’e’ lo scantinato trasformato in un inferno d’acqua e fango, e, alle 13, dormiva. ”Mi ha svegliato il fracasso, mi ha chiamato mia sorella, abbiamo sentito gridare”.

Erano le urla di Domenico Sanfilippo, 15 anni, e di un uomo di 60 anni conosciuto come Ranieri. Entrambi erano rimasti aggrappati alla ringhiera del sottoscala. Sotto di loro, nell’acqua di quello scantinato, altre persone erano gia’ morte annegate. ”Chiedevano aiuto e siamo corsi giu’, io e mia sorella”.

”Non riuscivo a tirare fuori quel ragazzo – ha raccontato Francesco – perche’ la corrente lo tirava giu’. Gridava aiuto. Poi ho trovato un arbusto e gliel’ ho allungato e non so come l’ho tirato fuori”. ”L’altro signore non sono invece proprio riuscito neppure a muoverlo, era troppo pesante, era incastrato. Gli ho detto di girarsi, lui si e’ mosso e non so come sono riuscito a tirarlo fuori”.

”Poveretto. Quel ragazzo mi gridava che c’era la sua mamma – continua – ma io non la vedevo”. Francesco non e’ l’unico eroe nel fango di Genova. Quando l’onda di piena e’ arrivata da Marassi a Brignole superando come un fuscello il grande ponte stradale di Castelfidardo, ha invaso il sottopasso Canevari, accanto alla stazione Ferroviaria.

Due giovani hanno visto un uomo con l’auto bloccata dall’acqua e lo hanno tirato fuori spaccando il parabrezza. ”Non so come ho fatto a salvarmi, ringrazio due ragazzi che hanno sfondato il parabrezza e mi hanno aiutato a uscire” racconta ancora sotto choc Giovanni De Pellegrini, ex linotipista del quotidiano ‘Il Lavoro’ di Genova. E’ salvo per miracolo, scampato all’onda di piena che ha invaso il sottopasso.

”Lo avevo appena imboccato verso monte, ma dopo alcune decine di metri l’auto si e’ bloccata nell’acqua. Non riuscivo piu’ a uscire. Poi sono arrivati due ragazzi con un crick in mano, hanno sfondato il mio parabrezza e mi hanno fatto uscire”. Appena in tempo. Pochi attimi dopo la piena ha scaraventato la sua Honda fuori dal tunnel decine di metri piu’ a valle, dove erano ammassate altre auto portate dal Bisagno esondato. ”Non so dove sono andati – dice Giovanni – erano qui, li ho ringraziati ma devo farlo ancora”.