Concordia. Dispersi, più di quanto ci dicono? La lista segreta dei 40

Pubblicato il 17 Gennaio 2012 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

La fuga dalla nave dalle immagini della Guardia Costiera

ISOLA DEL GIGLIO – Quanti sono i dispersi della Costa Concordia naufragata venerdì notte all’Isola del Giglio? Ventinove dicono le ultime note ufficiali, forse di più dice qualcunaltro e il quotidiano “LA Stampa” pubblica la “lista segreta” di tutte le persone che mancano all’appello e che però erano salite sul gigante dei mari andato a fondo: il numero così sale a 40 (clicca qui per vedere le immagini della fuga dalla nave guidata da Francesco Schettino).

Per cercare di accelerare la ricerca dei dispersi, gli uomini della Marina Militare hanno utilizzato delle microcariche esplosive per aprire dei varchi sulla chiglia della nave per riuscire così ad accedere in maniera più rapida alle parti sommerse.

Dieci sono gli italiani, undici i passeggeri spariti dalla Germania, dagli Stati Uniti reclamano due cittadini.

Ecco i nomi: William Arlotti e la sua bimba Diana, Maria D’Introno, Maria Treccarichi e Luisa Virzì, Giuseppe Girolamo, Giuseppina Belperio, Laura Farese, Laura Moda, Maria Giuseppina Zinini. “Kevin Rebello – fratello del cameriere della Costa Concordia, Russel, di 33 anni, svanito nel nulla – è arrivato da Milano per avere informazioni dirette. Per «reclamare» Russel, sposato, padre di un bimbo di 3 anni, che è stato notato da molti colleghi mentre aiutava i passeggeri a gonfiare il giubbotto salvagente e a salire sulle scialuppe. «Per lui però non c’era posto – spiega il fratello Kevin -. Così almeno mi ha raccontato un suo collega che era accanto a lui quando si sono tuffati tra le onde perché non avevano trovato una sistemazione sulle scialuppe. Solo che l’amico si è salvato, mentre di Russel, che non nuota molto bene, non si sa più nulla. E io ho paura che sia morto»”, scrive La Stampa.

”Il numero dei dispersi al momento è di 29 unità. Sei di questi sono italiani. Tuttavia, un possibile scostamento a scendere ci potrebbe essere”. Queste le parole del prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi, a Tgcom24, come riporta una nota. ”Le quattromila persone che erano sulla nave – ha aggiunto – non erano in possesso di documento di riconoscimento per cui i nominativi sono stati presi chiedendoli direttamente alle persone, con eventuali errori che sono inevitabili, soprattutto con i viaggiatori stranieri, che erano tanti. Abbiamo chiesto la collaborazione dei consolati per verificare alcuni nomi. Elaborare questi dati e’ stato davvero molto complesso. Tra i nominativi dei dispersi potrebbe esserci qualcuno che e’ in vita e che è andato via senza lasciare il proprio nome”.