Concordia. “Schettino ha lasciato a bordo bimbi e disabili, è scappato”

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA

La fuga dalla Concordia (Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Naufragio, abbandono di nave e di passeggeri (bimbi e disabili compresi), omicidio plurimo: per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia naufragata la notte di venerdì 13 gennaio all’Isola del Giglio le accuse sono pesanti e adesso è ai domiciliari.

Davanti ai magistrati che lo interrogano su quello scoglio “che lo ha sorpreso” prova a trovare giustificazioni, ma nel provvedimento di fermo per Schettino si legge che ha “agito con imprudenza, negligenza e imperizia superando la velocità di 15 nodi ancorché in prossimità di ostacoli, in modo da non poter agire in maniera appropriata ed efficace per evitare abbordaggi e per arrestare il natante entro la distanza adeguata alle circostanze e alle condizioni del momento e di aver in questo modo cagionato il naufragio”.

A bordo c’erano bambini e disabili, donne e uomini, famiglie ma Schettino era già giù a mezzanotte e mezza, solo tre ore dopo l’impatto del gigante dei mari con quella roccia maledetta e tre ore prima che i passeggeri scendessero.

L’accusa è dura: ha “abbandonato 300 persone incapaci di provvedere a se stesse e delle quali doveva invece avere cura”, li ha lasciati da soli senza coordinare le operazioni di evacuazione e lui, “Schettino, nonostante quanto previsto dalla legge, non è sceso per ultimo”.

Le uniche parole che dopo la tragedia il comandante dice per difendersi sono queste: “Non avevo alcuna intenzione di scappare, stavo aiutando alcuni passeggeri a mettere in mare una delle scialuppe. Ad un certo punto il meccanismo di discesa si è bloccato, abbiamo dovuto forzarlo. All’improvviso il sistema si è riattivato e io, dopo aver sbattuto, mi sono ritrovato dentro la barca di salvataggio insieme a numerosi passeggeri”. Poi continua: “Effettivamente qualcosa è andato storto nella manovra perché ho virato troppo tardi. Però posso dire che quella rotta era stata decisa sin dalla partenza, non c’è stata alcuna modifica durante il viaggio. Io navigavo a vista perché conoscevo quei fondali visto che ci ero già passato tre o quattro volte, ma la presenza di quello scoglio mi ha sorpreso. In ogni caso posso dire di aver fatto tutto il possibile per salvaguardare i passeggeri e i membri dell’equipaggio”.