Schettino si dfende: “La moldava non era in plancia, e non ero ubriaco”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Schettino (Foto LaPresse)

GROSSETO – “Se ho fatto un errore, sono pronto ad assumermene la responsabilità. Ma prima è bene che siano individuati questi aspetti, questi errori, verifichiamoli e poi tutti possiamo valutare. E un’altra cosa, al mio fianco non c’era nessuna moldava. Questa persona non stava in plancia”. Francesco Schettino dopo la tragedia della Costa Concordia si difende e passa al contrattacco. Rispondendo alle domande del Gip il comandante respinge su tutto il fronte le ricostruzioni fornite in questi giorni dai media.

A riferirlo è stato il suo legale Bruno Leporatti che ha anche annunciato ricorso al tribunale del riesame contro il provvedimento di arresti domiciliari deciso dal Gip che lo aveva scarcerato annullando il fermo in carcere della Procura. “Impugnerò il provvedimento – ha spiegato il legale – in quanto mi lascia perplesso il pericolo di recidivanza ravvisato dal Gip» per reati colposi. Anche la sospensione di Schettino decisa dalla Costa, ha fatto osservare, è circostanza che induce a presentare il ricorso. «La domanda che si farà al riesame, sarà di annullare gli arresti domiciliari – ha spiegato sempre l’avvocato – si fa domanda di riesame perchè non c’è neanche quell’esigenza cautelare che il giudice ha ravvisato”.

“Il comandante Schettino avvertì subito la compagnia del problema alla nave Costa Concordia. Avvisò subito la Costa come era suo dovere fare”. Ha tenuto a precisare il legale. Una circostanza definita “estremamente significativa ai fini dell’accertamento della verità”. Le parole dell’avvocato alimentano così il delicato capitolo sull’ora in cui sarebbe stato dato l’allarme. Un elemento che potrebbe risultare decisivo nella ricostruzione dei vari passaggi della vicenda lungo l’intera catena di comando, dalla nave alla compagnia. Da parte sua la procura di Grosseto ha fatto richiesta al Gip per un incidente probatorio sulla scatola nerà della nave Costa Concordia. La richiesta è stata notificata anche alle parti, tra cui l’avvocato difensore di Schettino

Intanto c’è attesa per i risultati degli esami tossicologici sul comandante Schettino. L’uomo si è sottoposto nei giorni scorsi al prelievo di un capello e delle urine, che dovranno accertare se al momento del naufragio aveva bevuto alcolici oppure se aveva assunto sostanze stupefacenti. Una circostanza da lui negata con forza durante l’interrogatorio di garanzia, tanto che alla richiesta dell’esame tossicologico, Schettino avrebbe detto con tranquillità: “Fate pure, non ho niente da nascondere”.

Ci sono invece dei testimoni, uno dei quali in particolare lo ha riferito durante i collegamenti con le trasmissioni televisive che accusano Schettino di aver alzato il gomito quella sera. In particolare c’è la testimonianza del naufrago savonese Angelo Fabbri, che parlando con alcuni quotidiani ha detto che il comandante ha bevuto diversi bicchieri di vino mentre era a cena con una signora bionda dall’accento straniero e con un altro ufficiale. La signora bionda sarebbe la 25enne moldava Domnica Cemortan, che avrebbe accompagnato Schettino in plancia, più tardi. È proprio Cemortan, in un’intervista, a negare dicendo: “Ma quando? Sulle navi di Costa Crociere ci sono videocamere in ogni angolo -sostiene la ragazza- se beccano qualcuno dell’equipaggio che beve in servizio lo licenziano subito”.