Friuli Venezia Giulia in zona gialla da lunedì 29 novembre: provincia Bolzano e Marche si salvano

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 26 Novembre 2021 - 12:56 OLTRE 6 MESI FA
Friuli Venezia Giulia in zona gialla da lunedì 29 novembre: provincia Bolzano e Marche si salvano

Friuli Venezia Giulia in zona gialla da lunedì 29 novembre: provincia Bolzano e Marche si salvano (Foto d’archivio Ansa)

Il Friuli Venezia Giulia in zona gialla da lunedì 29 novembre. A rischio c’erano anche le Marche e la Provincia di Bolzano, che si sono salvate per un pelo. Il Friuli infatti ha superato la soglia dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti normali. Le Marche solo in terapia intensiva, Bolzano solo nei reparti standard. Zona gialla vuol dire ritorno delle mascherine all’aperto (ma molti amministratori locali lo hanno già deciso anche in zona bianca).

Ma è sostanzialmente l’unica novità rispetto alla zona bianca, almeno per chi già dispone del Green Pass. Infatti, con l’entrata in vigore del Super Green Pass il 6 dicembre, chi è vaccinato (o guarito) potrà sostanzialmente fare quello che già fa oggi. Il problema è che un ulteriore peggioramento dei casi potrebbe portare in breve tempo alla zona arancione. E là sì che cambierebbero le carte in tavola.

Regioni a rischio zona gialla: Friuli e Marche oltre la soglia delle terapie intensive

Due Regioni, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, registrano questa settimana valori sopra la soglia di allerta fissata al 10% per l’occupazione dei posti letto per Covid in terapia intensiva. Il Friuli registra infatti un valore di occupazione pari al 16% e le Marche dell’11%. La Provincia autonoma (PA) di Bolzano regista invece un valore del 10%. Per quanto riguarda invece l’occupazione dei posti letti nei reparti di area medica, registrano valori sopra la soglia di allerta fissata al 15% il Friuli (con un valore del 19,5%) e la PA di Bolzano (con il 16,2%). Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Cabina di regia.

Incidenza settimanale casi Covid: Bolzano e Friuli in testa

Nella Provincia autonoma di Bolzano, con 458,9 casi per 100mila abitanti, e in Friuli Venezia Giulia, con 346,4 per 100mila, si registrano questa settimana in valori più alti dell’incidenza di casi di Covid-19. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Cabina di regia. Seguono – tra le Regioni che registrano i valori maggiori e ben oltre il livello di soglia fissato a 50 casi per 100mila abitanti – la Valle d’Aosta con 265,5 casi per 100mila abitanti e il Veneto con un valore pari a 226,1 per 100mila.

Una Regione risulta classificata a rischio alto questa settimana, sulla base dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia riportati dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Secondo quanto apprende l’Ansa, la Regione a rischio alto sarebbe il Veneto. Diciotto Regioni e Province autonome, rileva l’Iss, risultano classificate a rischio moderato. Dieci Regioni e Province autonome riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.

Bolzano resta zona bianca

La Provincia di Bolzano resta zona bianca. Così aveva scritto sin da subito l’Ansa, mentre il Corriere della Sera sosteneva che sarebbe diventato zona bianca a partire dal 29 novembre. A determinare questa valutazione, spiega l’Ansa, la situazione negli ospedali in Alto Adige con il 16% di posti letto nei normali reparti e l’8% di letti in terapia intensiva occupati da pazienti Covid, secondo i dati Agenas. Secondo l’Iss i letti occupati in terapia intensiva sono il 10%, cioè proprio la soglia da non superare.

In crescita l’occupazione dei reparti ospedalieri per i casi di Covid-19 in tutta Italia. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 6,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 novembre) contro il 5,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 18/11). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale all’8,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 novembre) contro il 7,1% al 18/10. Lo rileva il monitoraggio settimanale Iss-Ministero Salute, come riporta l’Istituto Superiore di Sanità.