Furti in casa: gruppi di assalto georgiani, non solo zingari

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2017 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Furti in casa: gruppi di assalto georgiani, altro che zingari

Furti in casa: gruppi di assalto georgiani, altro che zingari (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Furti in casa: gruppi di assalto georgiani, non solo zingari.

E’ il 9 di agosto, due telecamere inquadrano due ladri in una casa in via Ennio a Milano. Il proprietario di casa riceve l’allarme in remoto, chiama la polizia. La polizia arriva, i due ladri sono dentro, barricano la porta, la polizia entra, uno ridicolmente si nasconde dietro la porta della cucina. Arrestati, uno resta in carcere perché ha già precedenti penali. L’altro viene espulso dall’Italia e i giornali si soffermano sul fatto, inusuale e innovativo, di un divieto a rientrare lungo dieci anni.

Ma la vera notizia è che ancora una volta uno dei due è georgiano. Ancora una volta perché a Milano (stessa situazione in tutta Italia) su circa 90 ladri d’appartamento colti sul fatto quasi 30 sono georgiani. Ancora ieri e l’altro ieri, ancora a Milano presi altri due, altri due georgiani.

Georgiani i ladri in casa e non sono frutto di improvvisa ondata migratoria e disperata dalla Georgia. Sono gruppi di assalto organizzati. Gruppi composti da cinque/sei persone che sono il nucleo-furto, quelli che vanno materialmente a rubare. Viaggiano, si spostano, non stanno in una città per più di due o tre mesi. (Lo raccontano gli inquirenti e l’articolo di Santucci sul Corriere della Sera).

Il gruppo d’assalto itinerante quando arriva in una città viene assistito da un gruppo stanziale che pensa e provvede alla logistica: abitazione e “strumenti di lavoro”. E soprattutto il gruppo logistico fornisce pianta e ricognizione del possibili bersagli, insomma le case da svaligiare. Individuate, selezionate, scelte. Ma neanche più di tanto scelte, soprattutto ad ogni casa una scheda con possibili difficoltà, anti furti, abitudini di inquilini e condominio…

Oltre al gruppo d’assalto e a quello logistico c’è un terzo elemento dell’organizzazione: il referente. Cioè il capo zona, quello che raccoglie il bottino dei furti e lo ripartisce: ai componenti le squadre, alle spese collettive, ai ricettatori se del caso. Sempre e comunque una quota va all’organizzazione madre che dalla Georgia pensa al reclutamento, agli stipendi, alla protezione, all’addestramento e a quanto occorre ad una mafia organizzata.

Quella georgiana appunto che sta monopolizzando i furti in casa nelle città italiane. Sempre secondo quanto riportano le cronache del Corriere della Sera che raccolgono informazioni da polizia e magistratura, la mafia georgiana è l’unica “specializzata” e operativa su larga scala in materia: lo svaligiare case. Professionalmente e con gruppi d’assalto. E noi che eravamo rimasti ai tanto odiati, molto imprecisati, comunque artigianali zingari.