Furti di rame per 100 mila euro, il Dna incastra il capo banda romeno

Pubblicato il 28 Maggio 2010 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA

A tradirlo è stato il Dna prelevato da una bottiglia di acqua e da un chewing-gum, oltre ad una sola impronta digitale, ritrovati sul luogo dell’ennesimo colpo. I carabinieri di Modigliana, sull’Appennino forlivese, hanno arrestato Cornel Patrascu, romeno di 26 anni. Il provvedimento gli è stato notificato in carcere a Bologna, dove si trova per altri reati. I militari sono già sulle tracce di due complici e di una terza persona, forse una donna, sempre romena.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Patrascu sarebbe il capo di una banda di connazionali specializzata in razzie nelle abitazioni, spesso quelle rurali e le seconde case. Alla banda sarebbero attribuiti non meno di una settantina di colpi, anche in pieno giorno, nelle zone collinari delle province di Firenze, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena, per un bottino del valore di oltre 100.000 euro.

I ladri erano particolarmente attratti dalle grondaie e dai pluviali in rame, ma non disdegnavano attrezzi agricoli e altri oggetti che trovavano all’interno della case visitate, oltre a bivaccare per giorni nelle seconde case incustodite. La banda si muoveva sempre con auto rubate e il compito di Patrascu era quello di guidare via radio i suoi complici, autori materiali dei furti, pronto ad avvisarli dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

Ma alla fine l’aver sottovalutato bottiglia e ‘cicca americana’, oltre alle intercettazioni telefoniche successive, hanno permesso agli investigatori di risalire a Patrascu e di identificare i complici, ora attivamente ricercati.

L’ordine è stato eseguito giovedì. Una beffa per il 26enne, che a breve sarebbe tornato in libertà. Patrascu, in Italia senza fissa dimora, aveva trovato rifugio in un casolare disabitato nel Bolognese di cui se ne era impossessato abusivamente. Le indagini degli inquirenti non sono concluse. Mancano all’appello i due complici, già identificati, ed una donna.