G8, sentenza sulla Diaz decapita vertici investigativi della polizia

Pubblicato il 5 Luglio 2012 - 22:34 OLTRE 6 MESI FA
Uno dei feriti in seguito all’irruzione della polizia nella scuola Diaz a Genova (LaPresse)

ROMA – La sentenza della Cassazione sul G8 di Genova ha di fatto decapitato i vertici investigativi della polizia: anche se le condanne per lesioni, che sono state confermate, sono già prescritte, molti capi dovranno lasciare il proprio incarico in quanto sono stati interdetti dai pubblici uffici.

Francesco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, Gilberto Caldarozzi, direttore dello Sco, il Servizio centrale operativo e Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell’Ucigos ed attuale capo dipartimento dell’Aisi, il servizio segreto interno, attendono di conoscere la loro sorte, dopo che la Cassazione ha confermato nei loro confronti anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

”Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte”, ha affermato la responsabile del Viminale Annamaria Cancellieri, sottolineando che la sentenza del 5 luglio 2012, che ”mette la parola fine a una vicenda dolorosa”, ”va rispettata come tutte le decisioni della magistratura”.

”Massimo dovuto rispetto” per il verdetto anche da parte del capo della Polizia, Antonio Manganelli, dalle cui parole si coglie la ferma volontà di evitare che in futuro simili episodi possano ripetersi: la polizia, dice infatti Manganelli, ”ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica”.