Omicidio Gabriele Sandri, Spaccarotella amareggiato per la condanna: “I morti sono tutti santi”

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 17:22 OLTRE 6 MESI FA

”In questo Paese non c’è verità, nessuno vuole dire la verità. I morti sono santi”. E’, spiega una nota del settimanale Oggi, quanto risposto ieri dall’agente Luigi Spaccarotella, contattato dopo che la Corte d’assise d’appello di Firenze lo aveva condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri.

”Sono un padre di famiglia – ha continuato Spaccarotella – ma di me e dei miei figli non importa niente a nessuno. Adesso so che non rientrerò più in polizia. So che sono stato abbandonato da tutti, anche da chi credevo amico. Sono scomodo, hanno paura di aiutarmi, di schierarsi con un perdente, con chi è stato giudicato ancora prima della sentenza. Questa sentenza era già scritta. Sono stato condannato quel giorno, al casello di Arezzo”.

”Spaccarotella – continua la nota – sostiene di avere accanto la moglie, la sorella e i genitori. Nessun altro. Teme l’arresto (”Non so neanche dove dormirò stanotte – dice – O se domani dormirò a casa”) e nutre timori anche per la propria incolumita”’.

”A nessuno importa di quello che ho fatto – conclude – Anche in questi mesi sono stato un poliziotto comunque sempre: lo scorso agosto, mentre ero fuori col cane, un ragazzo di colore ha cercato di forzare il lucchetto di un’edicola. Sono intervenuto, lui aveva un coltello, io ho chiamato il 113 e l’ho messo in fuga”.