Gardaland, esperienza in un parco divertimenti in tempo di pandemia: tra app e code con calca

di Luca Viscardi
Pubblicato il 25 Giugno 2021 - 12:42 OLTRE 6 MESI FA
Gardaland, esperienza in un parco divertimenti in tempo di pandemia: tra app e code con calca

Gardaland, esperienza in un parco divertimenti in tempo di pandemia: tra app e code con calca

C’è un’equazione che non funziona tra pandemia e parchi dei divertimenti, un comparto da sostenere. In un assolato weekend del mese di giugno abbiamo provato a comporre i fattori di un’equazione che già sulla carta pareva di difficile soluzione.

Con una visita a Gardaland abbiamo cercato di far convivere pandemia, obbligo di gestire procedure di sicurezza rigide e necessità di far funzionare una macchina complessa e costosa con profitto.

Anticipiamo la fine della storia segnalando che, purtroppo, questa equazione pare non funzionare, quantomeno non in giornate con particolare affollamento come quella dello scorso sabato, il 19 giugno.

Una giornata a Gardaland in tempo di pandemia: la prenotazione e l’accesso

Per accedere al parco è necessario effettuare una prenotazione, a seguito della quale si riceve una mail per la conferma della disponibilità dei posti.

All’ingresso, in realtà, non è stato fatto alcun controllo relativo a questa prenotazione, ma è stato richiesto solo il titolo di accesso, che nel nostro caso erano tre abbonamenti stagionali, senza quindi alcun limite relativo alla data.

Le attrazioni di Gardaland gestite con l’applicazione QODA

All’interno del parco tutte le attrazioni e i servizi di ristorazione vengono poi gestiti attraverso l’applicazione QODA. Una volta scaricata, bisogna scansionare il codice QR del proprio biglietto per memorizzarlo all’interno dell’applicazione stessa, nel caso si tratti di un abbonamento stagionale all’utente viene segnalato che non è possibile cancellare l’applicazione, se prima non si effettua una registrazione.

Nel caso di un abbonamento stagionale, le alternative sono dunque quella di tenere l’applicazione sul proprio telefono, oppure di effettuare una registrazione per poter poi ricaricare i propri biglietti durante una successiva visita.

La app serve per prenotare il proprio turno sulle diverse attrazioni, solo alcune di queste funzionano senza la prenotazione, quelle con meno appeal. Abbiamo voluto provare anche questa esperienza, con l’attrazione Flying Island.

Quando siamo arrivati abbiamo trovato una coda di circa 20 minuti, che era formata senza alcuna distanza interpersonale. Sul percorso di avvicinamento all’attrazione sono regolarmente indicate le distanze da tenere, ma nessuno le rispetta.

Assembramenti ovunque per colpa dei turisti

In tutta onestà, non si può imputare alcun onere all’organizzazione per questa situazione, ormai è chiaro che l’attenzione di molte persone sia crollata su questo tema e che quindi i comportamenti siano più rilassati. A questo umore generale si aggiunge la forte presenza di turisti tedeschi.

Gli ospiti in arrivo dalla Germania hanno deciso che le mascherine non sono più un obbligo ormai da tempo, non le indossano mai, così come tendono a non rispettare alcuna distanza interpersonale quando ci si trova in pubblico.

Tornando all’applicazione, invece, una volta che vengono scansionare i codici dei biglietti, nel nostro caso erano tre e sono stati caricati tutti sulla stessa applicazione, si possono effettuare le prenotazioni per le diverse attrazioni.

Qui nasce la nota dolente, perché è possibile prenotare una sola “giostra” alla volta: siamo entrati nel parco intorno alle 11 e la prima disponibilità per l’attrazione Jungle Rapids era alle 13.19. Nel corso del periodo di attesa, i tempi si sono leggermente compressi, siamo comunque stati in grado di salire a bordo alle 13:10.

Quando è il momento di presentarsi, l’applicazione invia una notifica, sullo schermo del display appare un codice QR con indicato il numero delle persone che hanno diritto ad accedere. Quando si arriva all’ingresso in realtà ci si trova assembrati in prossimità del lettore del codice QR e successivamente ci si trova in spazi molto ravvicinati anche quando ci si avvicina all’attrazione stessa.

Anche in questo caso, le situazioni che si generano sono dovute al comportamento delle persone, ma purtroppo non ci si può aspettare qualcosa di molto diverso. Scesi da Jungles Rapids, abbiamo potuto effettuare la successiva prenotazione, perché non è possibile pianificare più tappe contemporaneamente.

Erano le 13:25 circa, la prima attrazione disponibile era blu tornado, con il primo slot utile alle 14:28. A quel punto abbiamo deciso di pranzare, ma per l’accesso al ristorante è necessario utilizzare ancora una volta l’applicazione. Nel caso dei servizi di ristorazione, la prenotazione funziona anche se si è già in attesa di uno dei giochi del parco.

In realtà, all’interno del ristorante ci si trova in spazi molto ristretti con molte persone, molto vicine tra loro mentre attendono che venga chiamato il proprio numero. In questo caso c’è un mix tra comportamenti dei singoli e organizzazione un po’ lacunosa, perché l’unico display da cui si vede il turno di chiamata e all’interno del ristorante e questo impone di rimanere dentro la struttura.

Superata l’attesa per il pranzo è arrivato il turno per il blu tornado, la situazione era molto simile a quella di Jungle Rapids. Le persone in attesa del momento in cui scansionare il proprio codice QR sono molto vicine tra loro, così come è necessario fare una coda prima di salire a bordo dell’ottovolante.

Le vetture vengono velocemente santificate tra un passaggio e l’altro, mentre nel momento in cui si sale a bordo delle vetture stesse c’è un momento di attesa con le persone estremamente vicine tra loro, comunque ad una distanza di gran lunga inferiore al metro. Alle 14:50 circa, all’uscita di blu tornado, tentando di prenotare per una diversa attrazione la prima disponibilità era dopo le 16.

La resa

È stato quello il momento in cui abbiamo deciso di abbandonare il parco, in attesa di tornare in momenti migliori, in cui l’esperienza possa essere più gradevole e la sicurezza adeguata alla condizione in cui ci troviamo.

In quattro ore di permanenza, siamo riusciti a frequentare due sole attrazioni, tra l’altro con il passaggio obbligato di momenti in cui eravamo in coda a distanza molto ravvicinata dalle altre persone.

Il primo pensiero dopo l’esperienza di Gardaland dello scorso weekend è che questo sia un comparto che purtroppo paga colpe non proprie e che funziona secondo logiche che in periodi come questo non sono sostenibili.

Non si può pensare di aprire un parco con una limitazione eccessiva dei posti, perché questo diventerebbe totalmente antieconomico e non sarebbe sostenibile da parte delle società di gestione. D’altro canto, però, le condizioni di sabato erano molto lontane dai principi di prudenza e di sicurezza, che il periodo dovrebbe indurre ad adottare.

Purtroppo, molti di questi rischi, sono da ascrivere al comportamento dei clienti, non dell’organizzazione che li ospita. Però, di fatto, il funzionamento di una macchina di questo genere risulta essere molto complicato in un contesto come quello che stiamo vivendo.

Non possiamo far altro che auspicare un supporto per questo comparto, è evidente che le condizioni attuali dettate dalla pandemia non si possano combinare con le logiche del divertimento di massa. Resta la voglia di tornare a vivere la magia di questi spazi, con l’entusiasmo e la gioia che di solito contengono e che sanno generare nelle persone che li frequentano. Gioia che, a malincuore, nell’ultima visita non abbiamo trovato, ma a cui non rinunciamo. Il consigliamo che possiamo dare è quello di scegliere giornate feriali e lontane da periodi di punta: se valeva in tempi normali, oggi è addirittura indispensabile.