Gavoi (Nuoro): la polizia spara in aria contro un gruppo di “writers”. L’indignazione dei genitori

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

Una volante della Polizia

I poliziotti non hanno capito con chi avevano a che fare. Era infatti buio e hanno capito che c’erano diverse persone nascoste. Non sapevano niente di loro e così gli agenti hanno sparato alcuni colpi di pistola in aria. Solo dopo hanno scoperto che i “malintenzionati” erano alcuni ragazzi, nati nel 1992, che stavano scrivendo con bombolette nelle strade di Gavoi, in provincia di Nuoro.

I genitori dei ragazzi sono indignati per il comportamento tenuto dagli agenti. Al quotidiano L’Unione Sarda hanno detto: «I nostri figli hanno sbagliato e dovranno rimediare, ma vorremmo solo capire perché la polizia si è comportata in quel modo, neanche avesse avuto a che fare con dei criminali». Secondo loro, alle 2.40 di martedì 8 giugno, gli agenti avrebbero sparato quindici colpi di pistola. «Ci chiediamo il perché di un intervento così duro nei loro confronti. Non è tollerabile che dei giovani di 17 e 18 anni vengano intimoriti con gli spari».

Ma Antonio Migliorisi, dirigente del commissariato, ha spiegato che si è trattato di un comportamento che gli agenti sono tenuti a seguire in questi casi. E ha descritto quanto accaduto qualche notte fa. «Un agente fuori servizio aveva notato delle persone, con indosso tuta da imbianchino e cappuccio, che uscivano dal Marabù, locale in ristrutturazione. Ha pensato si trattasse di ladri e ha chiesto rinforzi». È così iniziato un inseguimento per le strade dei ragazzi. Gli agenti hanno raggunto il gruppo di ragazzi che ha trovato riparo in un deposito di mezzi meccanici, in via Settembrini, in un tratto senza illuminazione. «Nessuna visibilità – ha detto Migliorisi – e gli agenti non sapevano chi e quanti fossero nascosti. Hanno intimato la resa più volte, quindi uno dei poliziotti ha sparato un colpo in aria. Ma solo dopo che il terzo agente aveva esploso il secondo colpo, due uomini sono usciti allo scoperto».

Anche Fabrizio Mustaro, dirigente della Mobile e responsabile dell’Osservatorio sul bullismo, conferma quanto dichiarato dal dirigente. «È la procedura. I ragazzi devono sapere che ogni cattiva azione ha una conseguenza. Quando si tratta di bagatelle il processo minorile prevede istituti come la messa in prova e il perdono che poi portano all’archiviazione del procedimento. Ma è bene che i giovani imparino a tenere comportamenti responsabili».

Sei di loro sono stati denunciati e ora dovranno ripulire le strade dalle scritte. Il sindaco Nanni Porcu ha convocato in Municipio i ragazzi autori del gesto. Ha dichiarato: «Dovranno pulire la strada. È vero che a 18 anni tutti abbiamo fatto stupidaggini, ma considerato che è un’età in cui si è molto fragili, credo che i ragazzi debbano avere la possibilità di rimediare».