Genova. Ingiustamente arrestato e assolto, Giovanni Novi accusa: “Persecutori”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Settembre 2017 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA
Genova. Ingiustamente arrestato e assolto, Giovanni Novi accusa: "Persecutori"

Genova. Ingiustamente arrestato e assolto, Giovanni Novi accusa: “Persecutori”

GENOVA – Giovanni Novi, che fu presidente del Porto di Genova e finì al centro di una vicenda giudiziaria di quelle che lasciano il segno, prima arrestato come un criminale poi prosciolto da ogni accusa, a 10 anni da quegli eventi ha scritto un libro, che sarà messo in libreria nei prossimi giorni. La vicenda coinvolse altra gente stimata e per bene, tutti assolti, compreso l’ex capo dei portuali genovesi, Paride Batini, morto prima di poter assistere alla propria completa riabilitazione.

Giovanni Novi, anticipano sul Secolo XIX di Genova Francesco Ferrari e Matteo Indice, in 150 pagine “distilla bordate: accusando gli inquirenti d’aver «nascosto» prove a suo favore, rivelando che fu messo al corrente in anticipo d’una specie di complotto”.

Novi non si tiene niente. Per lui, il suo successore Luigi Merlo, attualmente riciclato lobbysta per un grande armatore (ex presidente del Porto dopo essere stato assessore regionale e marito della candidata sconfitta del Pd alle regionali, in carica fino al 2015) era “inadeguato”.

Il volume “Shipping & trading – memorie di un broker” (edizioni Tormena) sarà presentato nelle prossime settimane e il ricavato andrà in beneficenza. Ma oltre a rappresentare un lungo excursus sulla storia del principale scalo italiano, contiene ampi passaggi sull’inchiesta che, insieme al caso Carige, ha più scosso il mondo delle imprese e del lavoro in questa città negli ultimi vent’anni.

“Tra il 2007 e il 2014 la Procura aveva accusato un gruppo di manager, avvocati e armatori d’essersi spartiti l’area più appetitosa delle banchine genovesi – il terminal Multipurpose – con un papello abbozzato da Aldo Grimaldi in persona. I pm sostenevano che la regia fosse dell’allora presidente Novi, finito per alcune settimane ai domiciliari, e che vi avessero guadagnato in primis la Compagnia unica dei camalli guidata da Paride Batini(mancato nel 2009) e pure Aldo Spinelli, mentre intorno avrebbero tramato altre figure di primo piano a palazzo San Giorgio. La Cassazione nel luglio di tre anni fa assolse tutti e demolì gli addebiti, in particolare il tassello di partenza: la denuncia che gli armatori Messina presentarono alla Guardia di finanza sostenendo d’essere stati ricattati sulla divisone delle aree, primo tassello d’un domino che innescò il terremoto.

Nella sua biografia Novi va a ruota libera, rimarca la propria vicinanza ad alcuni protagonisti della vicenda come l console dei camalli Batini; ma anche la sua «disistima per i pm Cotugno e Zucca (Enrico, che coordinò una parte dell’inchiesta, ndr) per i Messina e per Luigi Merlo, che aveva tutti gli elementi per comprendere l’infondatezza delle accuse, ma tramite l’avvocato Grosso (Carlo Federico, ndr) sostenne la mia colpevolezza fino in Cassazione»”.