Genova: iniziato processo a Luca Delfino per omicidio di Luciana Biggi

Pubblicato il 25 Marzo 2010 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA

Nell’aula della corte d’assise di Genova non sarà ricostruito l’omicidio di Antonella Multari, uccisa con 40 coltellate per strada a Sanremo nell’agosto 2007 da Luca Delfino, oggi alla sbarra per rispondere di un altro delitto, quello di Luciana Biggi, l’ex fidanzata di 36 anni, uccisa la notte del 28 aprile 2006 nei vicoli del centro storico genovese.

I giudici della Corte d’assise presieduta da Anna Ivaldi, stamani, alla prima udienza del processo, hanno infatti deciso di non sentire un dirigente di polizia, citato tra i 72 testi del pm Enrico Zucca, che avrebbe potuto ricostruire l’omicidio di Sanremo per il quale l’imputato è stato condannato a 16 anni e 8 mesi.

Era questa una delle tre eccezioni presentate dall’avvocato Riccardo Lamonaca, difensore di Delfino, che non riteneva fossero sentiti alcuni testimoni. Soddisfatto della decisione lo stesso Delfino che stamani è giunto in aula con il suo solito look: barba e capelli lunghi.

«Voleva tagliarli – ha spiegato il suo legale – ma non era disponibile la persona della quale si fida». L’imputato che indossava una felpa grigia con cappuccio ed un paio di pantaloni color kaki, è rimasto impassibile per tutto il tempo scambiando solo qualche parola con il suo difensore.

I giudici hanno anche deciso di escludere i testi a proposito di episodi di presunte molestie (oggi si parla di stalking) del 1998 nei confronti di una minorenne genovese sostenendo che «non sono rilevanti ai fini della decisione sulla responsabilità dell’imputato in relazione ai fatti per cui è a giudizio».

Di diverso avviso il pm Zucca: «sono episodi – ha detto – indispensabili per ricostruire la personalità dell’imputato ed il suo rapporto con le donne». Sulla stessa linea l’avvocato Carlo Golda di parte civile.

I giudici hanno ammesso alle prove i testimoni relativi allo scoppio per una fuga di gas avvenuta in via Ortigara, dove abitava Luciana Biggi, avvenuto circa venti giorni prima dell’omicidio. Al processo, rinviato al 19 maggio solo per calendarizzare le udienze, non si sa ancora se Delfino deporrà: il suo difensore si è riservato di valutarlo.

Luciana Biggi fu trovata sgozzata nei vicoli di Genova e per quell’omicidio Luca Delfino fu indagato ma non arrestato: non erano sufficienti e gravi gli indizi contro di lui, ha sempre sostenuto il pm Zucca che fu per questo aspramente criticato dall’allora capo della squadra mobile di Genova Claudio Sanfilippo dopo l’uccisione di Antonella Multari.

La pericolosità da sola non bastava a portarlo dietro le sbarre. Poi fu rinviato a giudizio con le accuse di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agito nei confronti di una persona che, al momento del delitto, aveva gravi capacità psicomotorie alterate dall’uso di alcolici, in orario notturno e poco frequentato e di rapina. Ad assistere al processo stamani c’era anche Federica P., amica delle gemelle Luciana e Bruna Biggi.

«Voglio giustizia -ha detto con le lacrime agli occhi al termine dell’udienza – non solo per l’omicidio di Luciana ma anche per la sua persona perchè è stata denigrata da falsità».

«Non conoscevo Delfino di persona – aggiunge – avevo sentito parlare di lui da Bruna che era preoccupata. Lui l’allontanava da tutti. Si faceva passare per il principe azzurro e Luciana, nella sua fragilità, gli credeva. Ritengo sia stato lui a ucciderla ma saranno i giudici a giudicarlo».