Genova/ Sequestrati alla mafia beni per 2 milioni di euro. Sono riconducibili ad Antonio Lo Iacono, del clan di Madonia

Pubblicato il 13 Agosto 2009 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA

A Genova la direzione investigativa Antimafia ha sequestrato beni per circa 2 milioni di euro riconducibili ad Antonino Lo Iacono, considerato sin dagli anni ‘80 esponente del clan mafioso che fa capo al boss Giuseppe “Piddu” Madonia, numero due di Cosa Nostra.

I beni sequestrati erano intestati prevalentemente ai familiari di Lo Iacono, che li possedevano «non dimostrando un’idonea capacità reddituale». Attualmente, Lo Iacono – condannato a 20 anni di carcere nel 2003 ma agli arresti domiciliari per motivi di salute, con permesso di assentarsi per svolgere attività lavorativa – è imputato per mafia davanti al tribunale di Caltanissetta proprio per la sua presunta appartenenza a Cosa Nostra, mentre “Piddu” Madonia è sottoposto al regime del 41bis.

Era Lo Iacono, in poche parole, la longa mano del clan di Madonia nell’Italia Settentrionale. Madonia si fidava di Lo Iacono che rappresentava l’appendice della famiglia di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta) a Genova, anche per la gestione delle estorsioni nell’Italia settentrionale e per il reimpiego dei proventi derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti in investimenti immobiliari.

Tra i beni sequestrati ci sono conti correnti bancari e postali, abitazioni, terreni, negozi e magazzini a Campomorone e Santo Stefano D’Aveto (provincia di Genova), a Sant’Agata Fossili (Alessandria) e a Vallelunga Pratameno, nel Nisseno. Sequestrata anche una società unipersonale di asfaltatura strade, con relativi beni strumentali, che operava a Genova e assegnataria di numerosi appalti presso alcuni Comuni dell’Alta Valpolcevera.