Il diario hot del giudice: “Conosciuto Olga, ottimo amore”

Pubblicato il 29 Marzo 2012 - 09:00| Aggiornato il 14 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è un file nel computer del giudice arrestato, Giancarlo Giusti, una sorta di diario elettronico nel quale appuntava le notti con le escort. C’è Olga: “Conosciuta Olga, bella donna, ottimo amore”. “Consolido con Simona, ottimo amore. Resterà la mia donna a Milano”. “Serata di venerdì pazzesca…”. “Due giorni a Milano, tra donne, amore, vino, la squadra c’è, sembra funzionare”. “Conosciuto ragazza di Mosca. Bella, intelligente, problematica, ottimo amore”. “Che il destino mi faccia andar bene gli affari. La sera amore con Desirè, slovacca”. Queste donne, così come i week end di relax, non li pagava lui. Al magistrato di Palmi finito in manette per corruzione i regali arrivavano dalla famiglia Lampada, persone che a Reggio Calabria, parole dello stesso Giusti, “facevano panini in un buco vicino al Tribunale”. In pochi anni invece sono diventati imprenditori nel settore dei videopoker, grazie anche ai rapporti con la ‘ndrangheta secondo le indagini. Il magistrato era stato sospeso dalle funzioni con delibera della sezione disciplinare del Csm lo scorso 16 dicembre

Giusti, accusato di corruzione, avrebbe fatto in modo da assegnare cinque lotti a una società, la Indres, di cui era socio occulto insieme ad altri, tra cui Giulio Lampada. Di lui si dice: “Abbiamo un giudice a Reggio”.  “Questo Giusti per 200mila euro si vendeva”. Lui stesso definiva così il proprio ruolo: “Tu non hai ancora capito chi sono io, sono una tomba, ma io dovevo fare il mafioso, non il giudice…”.

Giusti sapeva bene chi erano i suoi benefattori, i Lampada. Dice lui stesso:  “cercavano di ungere a destra e sinistra con i politici per cercare di entrare in contatto con i Monopoli di Stato”. Scrive Repubblica: Ma è con gente simile – e con il medico Vincenzo Giglio (parente del magistrato Giglio arrestato), con l’architetto Fabio Pullano (perito del tribunale, spesso nominato da Giusti) – che decideva di intestarsi una società immobiliare. Unica precauzione, “schermarla” attraverso una società inglese, a sua volta di proprietà di una società offshore nel Belize.

E’ ancora il diario elettronico del giudice a fornire una cronologia degli eventi e delle emozioni: “Mi terrorizza la possibilità che vadano in giro vantando la mia amicizia e millantando credito (…) È necessario che il mio nome non venga più associato al loro (…) Mi devo unire solo con persone che siano positive e con vantaggi materiali per me (…) Poi qualche piccolo affare con amici discreti (il fotovoltaico mi piace)”. “Notifica della conclusione indagini per i fatti del 2005. Disperazione e sconforto. Il mio animo è un deserto infinito (…) Non sopporto più i luoghi in cui vivo”.

“Speriamo – si legge il 21 aprile 2009 – che la società in cui entro come socio non porti guai. Rischio (..) e mi sto assai esponendo”. Non risparmia davvero: “Mi rendo conto, estratto conto alla mano, che spendo più di quanto guadagno”,Poco dopo trapelano le prime notizie sulle indagini: “Perché due pesi e due misure? Con me (viene) indagato (anche) il grande presidente spocchioso. Ma lui resta credibile, affidabile ecc. Maledetti tutti”. Ma ad essere arrestato sarà anche presidente Mario Giglio.