Gianluca Casseri “ossessionato da Eastwood ha usato l’arma di Callaghan”

Pubblicato il 15 Dicembre 2011 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA

Gianluca Casseri

FIRENZE – Era ossessionato da Clint Eastwood, Gianluca Casseri, e per il raid razzista a Firenze in cui ha ucciso due cittadini senegalesi immigrati in Italia ha usato la stessa arma dell’ispettore Callaghan, una Smith&Wesson 29 modello 44 Magnum.

A raccontare alcuni tratti della mente del ragioniere cinquantenne è Enrico Rulli, 53 anni, scrittore, editor e docente di scrittura creativa, amico di Casseri, intervistato dalla Stampa.

Insieme a Rulli Casseri aveva scritto il libro “La chiave del caos”, e sempre Rulli, sei mesi prima, gli aveva affittato il piccolo appartamento di piazza Terzolle in cui ha vissuto fino al suicidio.

“Lo conoscevo da trent’anni, ma oggi mi sembra di aver avuto per amico un estraneo. Per me Gianluca era un uomo estremamente cortese, mite, misurato. Non di certo uno che si mette a sparare nella folla. Mi creda, non sapevo neppure che da un anno avesse il porto d’armi. Se no, mi creda, mi sarei preoccupato e sarei intervenuto in qualche modo”.

Eppure, nella sua cortese mitezza, qualche “ossessione” Casseri ce l’aveva: “Guardava e riguardava all’infinito ‘Il caso Scorpio è tuo’, il primo film dedicato alla saga dell’ispettore Harry Callaghan, interpretato da Clint Eastwood. Lo vedeva nella versione originale, in inglese, con i sottotitoli in italiano. E lì Callaghan, stanco di una giustizia impotente, a un certo punto si fa giustizia da solo e uccide una persona di colore. Gli spara proprio con una 357 Magnum Smith & Wesson (in realtà sempre una Smith&Wesson ma una 44 Magnum, ndr) che è lo stesso tipo usato da Gianluca per colpire quei poveri ragazzi senegalesi. Ma ripeto: io di quella pistola non sapevo proprio nulla”.

Rulli descrive una persona sola, con due soli amici  “solo io e un altro. Un giornalista che però è improvvisamente mancato, morendo nel sonno”. Casseri, dice Rulli, “era depresso e malato di diabete. Questo ha sicuramente contribuito ad isolarlo in un mondo tutto suo”.

Non per questo però appariva pericoloso. “Io sono di sinistra e iscritto alla Cgil. Sapevo che lui era simpatizzante di Casa Pound, decisione che certo non approvavo. Ma tra amici ci si prende per quello che si è. Ci univano altri interessi, la passione per la letteratura fantasy, e quella per la fantascienza e in generale per lo studio”.

“Gianluca più volte mi ha detto chiaramente che ce l’aveva con i neri e gli immigrati, ma sapeva bene che eravamo distanti su questo punto. E a confermarlo ci sono due chiari episodi. Una prima volta eravamo insieme sulla sua auto e un extracomunitario voleva lavargli il vetro. Gianluca ha reagito molto male imprecando aspramente contro quel poverino. Un altro giorno, al suo rifiuto aggressivo di farsi lavare il parabrezza, un altro extracomunitario ha reagito con un mortificato ‘Mi scusi’. E Gianluca gli allungato 10 euro, dicendogli di apprezzare molto le sue scuse”.