Gianluca Casseri, pazzo, nazista ma con regolare porto d’armi

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 14 Dicembre 2011 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gianluca Casseri alienato, depresso, nazista, assassino: tutte ragioni necessarie ma non sufficienti per spiegare l’inspiegabile, l‘omicidio di due ambulanti e il ferimento di altri due, che non conosceva nemmeno ma che meritavano di morire per il solo fatto di essere “negri”, senegalesi magari musulmani. “Libri e proiettili  hanno il loro destino”: al neofascista piaceva questa frase di Junger. Il destino dei proiettili abbiamo visto come si è consumato. Del “tontolone con lampi di genio” nel paesino di Cireglio tutti sapevano tutto. Anche che ogni settimana andava a sparare al poligono di tiro di Pescia con la sua 357 Magnum Smith & Wesson calibro 44. Regolarmente registrata.

Ora se tutti sanno delle tare, diciamo così, intellettuali e ideologiche di un soggetto del genere, come è possibile che abbia ottenuto il porto d’armi. E’ quel “regolarmente registrata” che fa passare in secondo piano ogni ipotesi di spiegazione sociologica, politica, psicologica. Che, ovviamente, abbondano, ognuna con il marchio destra/sinistra ben impresso sulla confezione. Così, se per Vittorio Feltri deve bastare che “i matti vivono tra noi e spesso non fanno nulla di male”, Adriano Sofri invita specularmente a “non chiamare pazzi i nostri Breivik”.

Le due posizioni riflettono, per eccesso di semplificazione, i due punti di vista privilegiati: da una parte la colpa è di un pazzo che per definizione è irresponsabile, dall’altra più che evidenziare la responsabilità del superstite di idee nazi-fasciste è necessario riflettere sui fantasmi dell’intolleranza che infestano la nostra società. Ma nel tempo che occorre per fornire una elaborazione puntuale delle cause dell’odio e della violenza razzista, o dell’alienazione e la solitudine del singolo, si dovrebbe poter disarmare tutti i pazzi e i nazisti in circolazione. Lo si deve a Samb Modou, 40 anni, a Diop Mor, 54 anni, morti sul colpo per la ferocia di un Ispettore Callaghan ebbro d’odio e follia omicida che da ragazzino sapeva la Divina Commedia a memoria. Lo si deve a Mustapha Dieng, in prognosi riservata e che rischia di rimanere paralizzato.