Gianna Casella morta dopo aver mangiato cozze: trovato batterio raro

Pubblicato il 24 Ottobre 2012 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Gianna Casella

ROMA – Tracce di una tossina rarissima – di cui non esisterebbero precedenti in Italia – prodotta da batteri di escherichia coli sono state trovate nel corso degli esami microbiologici eseguiti a Piacenza dopo l’autopsia sul cadavere di Gianna Casella, la cantante piacentina morta alcuni giorni dopo un pranzo a base di cozze in un ristorante cino-giapponese della città, che è stato sequestrato.

Della vicenda, proprio per la rarità del caso, è stato chiamato ad occuparsi l’Istituto superiore di Sanità a Roma, il principale centro di ricerca, controllo e consulenza scientifico-tecnica in materia di sanità pubblica in Italia che dovrà esaminare la tossina. Le indagini sulla vicenda sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Emilio Pisante. Una volta scoperta la natura e se quella sostanza sia stata la causa della morte della cantante (anche in base alla quantità della stessa presente nei reperti), il lavoro degli inquirenti dovrà cercare di stabilire quale sia stata la provenienza dell’agente dannoso.

Provenienza che, sempre a quanto si è appreso, potrebbe essere delle più varie. Una delle ipotesi è che sia comunque legata al cibo. Il ristorante della periferia di Piacenza in cui aveva pranzato Gianna Casella era subito finito nel mirino degli inquirenti, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri vi aveva sequestrato decine di chilogrammi di generi alimentari senza la necessaria indicazione della tracciabilità.

Successivamente sono stati indagati con l’accusa di omicidio colposo tre responsabili del locale. Venerdi’ scorso poi la procura ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi un provvedimento di sequestro preventivo del ristorante. Provvedimento che è stato convalidato dallo stesso gip. Il locale rimane dunque sotto sequestro. I tre indagati sono difesi dall’avvocato Alberto Tucci di Milano che precisa: ”Non c’è assolutamente la prova che la tossina prodotta dal batterio escherichia coli provenga da cibi preparati nel locale dei miei assistiti. Ricordo che si tratta dello stesso batterio e della stessa tossina presenti in una verdura che nel corso del 2011 avevano causato problemi in Germania e Francia. Quindi già presente nei Paesi occidentali. E sottolineo che i miei assistiti acquistano diversi prodotti non solo all’estero, ma anche in Italia”.