Gino Pollicardo libero da Isis: torna a casa a Monterosso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2016 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA
Gino Pollicardo libero da Isis: torna a casa a Monterosso

Gino Pollicardo libero da Isis: torna a casa a Monterosso (Foto Ansa)

GENOVA – Gino Pollicardo è tornato a casa dopo la prigionia tra i militanti dell’Isis in Libia. Per Pollicardo l’accoglienza a Monterosso, in provincia di La Spezia, è stata calda. L’uomo è molto provato, ma riconoscente e grato per l’affetto dimostrato dal suo paese. Vessazioni e ritorsioni quelle subite dai jihadisti, da cui lui e Filippo Calcagno sono riusciti a liberarsi.

Marco Menduni e Lorenzo Fazio su Il Secolo XIX scrivono che il paese ha accolto Pollicardo con gioia e si prepara a festeggiarlo, sia la famiglia che i suoi concittadini, la sera del 6 marzo:

“La sorella Marisa, il padre Pino sul terrazzo al secondo piano, davanti al tricolore. Le campane a festa. Il Suv che riporta a casa Gino Pollicardo procede a stento, con la scorta dei carabinieri, per farsi largo tra due ali di folla che urlano e applaudono. In macchina, accanto al tecnico liberato,la moglie Emi piange, la testa incoronata dai riccioli neri. Lui scende, non si nega: «Però dico poche cose, niente domande, sono quattro giorni che non dormo, potete capire».

Il volto è finalmente sbarbato: «Ringrazio tutti i miei concittadini e soprattutto la Madonna di Soviore che mi ha permesso di tornare tra questa gente fantastica». Alla prigionia dedica parole che trasudano rabbia: «A nessun essere umano auguro sette mesi di umiliazioni, vessazioni, ritorsioni come quelle che abbiamo dovuto subire. Nessuno dovrebbe patire mai qualcosa del genere. Tutto a opera non di bande armate, ma di criminali, ripeto, di criminali». In questo momento il suo ricordo va ai colleghi che, in Libia, hanno perso la vita: «Penso al dolore delle loro famiglie. Così come penso alla gioia dei cari di Filippo Calcagno, che ringrazio per aver fatto il possibile per salvarci»”.

Per vedere il video di Gino Pollicardo e del suo arrivo a casa su Il Secolo XIX clicca qui.