Gioco d’azzardo, Corte costituzionale lo bastona: “Giuste le limitazioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2015 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA
Gioco d'azzardo, Corte costituzionale lo bastona: "Giuste le limitazioni"

Gioco d’azzardo, Corte costituzionale lo bastona: “Giuste le limitazioni”

ROMA – Le limitazioni sul gioco d’azzardo sono giuste. La Corte costituzionale ha bastonato il gioco d’azzardo stabilendo che i governi e le amministrazioni pubbliche devono restringere le attività e consumare maggiormente i consumatori, soprattutto per i rischi relativi alla dipendenza.

Il Secolo XIX spiega che la sentenza della Corte costituzionale risolve un contenzioso nato

“in seguito alla legge di Stabilità del 2011 che introdusse alcune regole-base per le società concessionarie, sia in campo finanziario (andava sempre dimostrata la solvibilità delle aziende) sia nel campo morale (i proprietari non possono avere precedenti penali), sia soprattutto nel campo della tutela dei minori. La società “B Plus Giocolegale” aveva fatto ricorso contro questa legge ritenendosi penalizzata rispetto a concessionari entrati in campo prima della stessa legge. La questione si era trascinata dal Tar fino al Consiglio di Stato che ha posto il quesito di legittimità costituzionale”.

Nella sentenza la Corte costituzionale ha respinto il ricorso contro le restrizioni e ribadito che servono nuove limitazioni:

“dichiarando esplicitamente che gli interessi pubblici prevalenti non stanno nei guadagni dei gestori (e dello Stato che ricava ingenti introiti dalle concessioni, sia pure con i noti favoritismi nei confronti delle società alle quali vennero risparmiate pesantissime sanzioni), ma in una serie di tutele:

– «contrasto alla diffusione del gioco irregolare o illegale in Italia»
– «tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e dei consumatori, specie minori d’età»
– «lotta contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore».

Aggiunge la Consulta: «Le norme denunciate (dal gestore ricorrente, ndr) sono dichiaratamente rivolte a contemperare gli interessi privati dei concessionari con i prevalenti interessi pubblici coinvolti del settore dei giochi e delle scommesse e a migliorarne la tutela, senza che sia dato rinvenire elementi di arbitrarietà nella loro individuazione». Esse – aggiungono ancora i giudici – «costituiscono una misura minima di ripristino della par condicio dei gestori, del tutto giustificata dalla situazione di vantaggio del concessionario “preesistente” che, avendo aderito alla fase di sperimentazione a avvio a regime di sistemi di gioco costituiti dal controllo remoto del gioco attraverso videoterminali, non ha dovuto sottoporsi alla gara per il nuovo affidamento»2.