Gioia Tauro, donna ridotta in schiavitù per vent’anni. Due arresti

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 13 Marzo 2019 - 11:45| Aggiornato il 30 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA

MILANO  –   Per vent’anni è stata abusata, picchiata, umiliata, ma alla fine è riuscita a denunciare il suo aggressore. Era il 1998 quando lei, all’epoca una ventenne con problemi di anoressia cresciuta in una famiglia semplice, conobbe in un centro per anziani della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) colui che poi sarebbe diventato il suo aguzzino e che si spacciava per un sociologo. 

Lui, trent’anni più grande di lei, era riuscito a conquistare la sua fiducia con gentilezze, regali, avvicinando la sua famiglia e vantando conoscenze importati con le quali, sosteneva, avrebbe potuto garantire la protezione della sua vittima. 

Nel tempo, però, le violenze fisiche, sessuali e morali si sono fatte sempre più pesanti. In una circostanza, secondo quanto emerso nelle indagini condotte dal commissariato di Gioia Tauro, la donna sarebbe anche stata costretta a sottoporsi ad un aborto clandestino. 

Tutto questo è durato per quasi vent’anni. Nel 2017 la donna ha provato a ribellarsi e ad emanciparsi, ma a quel punto sono iniziate le minacce e i pedinamenti. Fino alla denuncia, che adesso ha portato all’arresto dell’aguzzino, un uomo di Cittanova di 70 anni, e ad un suo amico, un uomo di 55 anni di Polistena. I due sono stati arrestati con l’accusa per il settantenne di riduzione in schiavitù e per l’altro di atti persecutori. 

Fonte: Ansa