Giuliano Babbo morto in schianto con 2 kosovari. Già scarcerati: “Non c’è prova della gara”

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Maggio 2017 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Giuliano Babbo morto in schianto con 2 kosovari. Già scarcerati: "Non c'è prova della gara"

Giuliano Babbo morto in schianto con 2 kosovari. Già scarcerati: “Non c’è prova della gara”

VENEZIA  – Lo hanno lasciato agonizzante, tra le lamiere accartocciate della sua Ford Focus. E’ morto così Giuliano Babbo, 53 anni di Eraclea, centrato in pieno in uno schianto frontale a San Donà di Piave (Venezia), mentre rientrava a casa dopo il turno di notte. Ma i due kosovari responsabili dell’incidente sono già stati scarcerati. Per il gup Gilberto Stigliano Messuti, non ci sarebbero al momento le prove che i due cugini avessero ingaggiato una gara di corsa.

La tragedia si è consumata giovedì alle 22.40. Alla guida dell’auto che ha travolto Babbo c’era un 21enne, Kaitaz Kukiqui, senza patente perché mai conseguita. Lo hanno arrestato l’indomani mattina a Trieste. In manette anche il cugino Edmon Balaj, connazionale di 26 anni, che al momento dello schianto si trovava alla guida di una Alfa Romeo 147. Il sospetto è che i due abbiano ingaggiato una folle gara pirata, ad alta velocità. Il più giovane dei due però ha tentato un sorpasso di troppo e si è scontrato frontalmente con una macchina che proveniva dal senso opposto. Alla guida di quell’altra auto c’era Babbo, che non ha avuto scampo.

Il giudice non ha convalidato gli arresti poiché è mancata la flagranza del reato. Il 21enne che era alla guida dell’Audi A3 è stato messo agli arresti domiciliari per l’omicidio stradale con l’aggravante della fuga. In passato era stato già fermato tre volte in due anni perché sprovvisto del documento di guida. Edmon Balaj, il 26enne è stato invece liberato senza alcuna misura restrittiva. Ma resta indagato.

I due si professano innocenti: non ci sarebbe stata nessuna gara. Mentre testimoni affermano il contrario. I loro profili Facebook sono stati presi dall’assalto dagli utenti. Minacce di morte e insulti: li chiamano “assassini e infami”. Bersagliato in particolare quello di Kukiqi: “Ti aspettiamo fuori, devi finire sotto un camion”. E ancora: “Ti conviene restare in galera o ci pensiamo noi a sistemarti”. Mentre il loro avvocato, Alessandra Nava, è stata a sua volta insultata per averne assunto la difesa.