Giuseppe Fais morto in moto. Appello: Chi ha sua telecamera?

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2016 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA

CAGLIARI – Si chiamava Giuseppe Fais, 30 anni di Selargius in provincia di Cagliari. La vigilia di Pasqua si è andato a schiantare, non si sa bene perché, con la moto contro un muretto a San Vito. Per questo la sua fidanzata Federica Cabras, ha lanciato un appello su Facebook, chiedendo a chiunque l’abbia presa di restituire la videocamera montata sulla Ducati di Giuseppe. Quelle immagini potrebbero essere utili a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.

Questo il testo del messaggio:

“Vi chiedo solo una cosa. PER FAVORE. Chiunque abbia raccolto la telecamera del mio ragazzo (Giuseppe Fais) che lui portava SEMPRE con sé, anche anonimamente, per favore la consegni a qualcuno. Ai Carabinieri di San Vito, a qualche amico, a casa della mamma (Via Daniele Manin, 96 Selargius 09047). Ve lo chiediamo col cuore in mano, per favore. Qualcuno l’ha raccolta Sicuramente. Ci interessa anche solo il pezzo del video dell’incidente. Per favore è molto importante”

La tragedia si è consumata poco dopo le 16 di sabato 26 marzo. Approfittando della bella giornata, Fais ed altri 15 motociclisti erano usciti per una escursione in sella alle due ruote. Hanno percorso, con buona probabilità, la vecchia 125 dirigendosi verso San Priamo. Arrivati all’altezza della strada di collegamento con la nuova Orientale sarda, vicino alla svincolo per Burcei, Fais, che si trovava in coda al gruppo, a perso il controllo della moto, per cause ancora non accertate, finendo contro un muretto di cemento che delimita la carreggiata.

L’impatto è stato violentissimo, il giovane è stato sbalzato dal mezzo e scaraventato sull’asfalto: è morto sul colpo. Gli amici, nel frattempo arrivati in un bar a San Priamo per una sosta, lo hanno atteso per un po’, poi non vedendolo arrivare sono tornati indietro scoprendo quanto era accaduto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, un’ambulanza del 118 e i carabinieri. Ma ormai per Fais non c’era più nulla da fare.