Giustizia, Severino incontra la maggioranza ma è fumata nera

Pubblicato il 30 Marzo 2012 - 20:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Governo considera il tema della corruzione ''importante'' per cui intende intervenire velocemente. Lo ha detto chiaramente il ministro della Giustizia, Paola Severino, al termine di una giornata dedicata alla riforma della Giustizia che pero' non ha visto grossi passi in avanti tra le forze politiche.

Tutti d'accordo sul metodo da seguire, infatti. Ma nessuna intesa sul merito. L'incontro di oggi a Palazzo Madama tra il Guardasigilli e i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato sui temi 'clou' della Giustizia, durato neanche 40 minuti, sembra sia servito solo a mettere a punto un calendario di incontri bilaterali. Dubbi e distanze tra i partiti restano intatti sul tappeto. Almeno a sentire i commenti 'off the record' dei protagonisti.

Intanto Antonio Di Pietro attacca il ministro e contesta con durezza il metodo: ''viola le regole parlamentari e offende la Costituzione'', premette. ''Nel momento in cui afferma che si sta accordando con i partiti della maggioranza per decidere che cosa portare in Parlamento, da un lato abdica ai suoi doveri di ministro e, dall'altro, presenta in Parlamento un pacchetto gia' pronto, confezionato al di fuori delle Aule parlamentari''. Assolutamente no, chiarisce il ministro: la riunione di oggi introduce un metodo che non e' quello del salotto davanti ad un caminetto'' ma quello ''di un dialogo sul piano tecnico e politico, prima di dare la parola al Parlamento''.

Intanto nel merito dell'incontro, prima di tutto, si fa notare, da un punto di vista 'politico-organizzativo' a 'spuntarla' sarebbe stato il Pdl, benche' a 'togliere le castagne dal fuoco' sarebbe stato il Pd. Nei giorni scorsi, infatti, dal centrosinistra arrivano critiche al tentativo del Pdl di avere incontri bilaterali con la Severino su Anticorruzione, Responsabilita' civile delle toghe, Intercettazioni. Si teme l''influenza' del Pdl sulle decisioni del ministero. Per evitare ogni polemica, a via Arenula si decide di promuovere un incontro 'corale' con i capigruppo. La decisione fa andare su tutte le furie il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, tanto che alla fine chiama Monti in Asia per sfogarsi. Pd e Terzo Polo plaudono all'iniziativa.

Nella riunione di gruppo convocata a Palazzo Madama, pero', la prima richiesta e' che si organizzino incontri bilaterali. Per tentare di arrivare ad un'intesa politica prima che si affronti la sfida a suon di emendamenti e subemendamenti. Il primo a chiedere 'incontri a due' sembra sia Cicchitto. Ma analoga 'istanza' arriva anche dal presidente dei deputati Pd Dario Franceschini accompagnato dall'omologo al Senato Anna Finocchiaro. I due temono che in caso di accordo 'collettivo' si possa parlare di 'inciucio' con il Pdl. Cosi', sebbene spinti da ragioni diverse, 'il risultato non cambia'. E i berlusconiani sono pronti a delegare Niccolo' Ghedini come inviato a via Arenula.

Cosi' al ministro non resta che dare la sua disponibilita'. Da lunedi', assicura, saro' pronta a lavorare 24 ore su 24. E la speranza e' quella di riuscire a confrontarsi con tutti nel giro di una settimana. Dal 16 aprile, infatti, lei vorrebbe arrivare con le 'carte' in Parlamento, cioe' con proposte concrete che abbiano 'fatto tesoro' delle proposte dei partiti. I capigruppo Benedetto Della Vedova (Fli), Silvano Moffa (Pt) e il centrista Serra condividono il metodo. Pur appellandosi alla 'centralita' del Parlamento'. La verita', si aggiunge, e' che tra i partiti della maggioranza sulla giustizia non c'e' intesa. E nel Pd si vorrebbe che fosse il governo a fare la prima mossa. Perche', ci si chiede, sul lavoro, Monti e Fornero hanno messo subito nero su bianco le proposte, mentre sulla giustizia si tenta di rifilare 'la patata bollente' del primo passo al Parlamento? Nel Pd circola una spiegazione: sulla giustizia il governo ascolterebbe troppo la volonta' del Cavaliere tanto che ''all' improvviso spunta in agenda la questione intercettazioni'' archiviata ''da tempo''. Le posizioni del Pd in materia poi sono note da tempo. Cosi', l'unica soluzione e' che sia la Severino a trovare la 'quadra'. Sulla responsabilita' civile ad esempio il Pd vuole lo stralcio della norma. Il Pdl il voto. La soluzione piu' probabile e' che si dica 'si' alla norma, ma senza responsabilita' diretta della toga. .