Lo spot sulla giustizia con la Carlucci: avvocati contro Alfano

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

Testimonial e protagonista è Milly Carlucci, che nel suo camerino dialoga con la sua sarta preferita, preoccupata dal fatto di dover, per un problema legale serio, andare in causa. La conduttrice di ”Ballando sotto le stelle” rassicura la sua interlocutrice, spiegandole che ora c’è la mediazione, uno strumento ”semplice e efficace” con cui è possibile trovare una ”soluzione rapida e conveniente” a tutte le controversie civili e commerciali ”persino se la causa è già cominciata”. Ora questo spot di pochi minuti, in onda dal 5 novembre scorso sulle reti Rai radiofoniche e televisive, e ”fortemente voluto dal ministro Alfano”, come informa il sito del governo, rischia di finire al vaglio della Corte dei Conti.

L’Organismo unitario dell’Avvocatura , che è l’organizzazione che ha la rappresentanza ”politica” della classe forense, ha deciso di presentare ricorso alla magistratura contabile ”affinchè non si buttino i soldi degli italiani per fare spot propagandistici sulla conciliazione, in gran parte obbligatoria, come sta facendo il Ministero”. Ma non è solo questione di soldi, che pure secondo qualche avvocato potevano essere spesi meglio in investimenti per gli uffici giudiziari, magari per comprare la carta per le fotocopiatrici. Il vero obiettivo della campagna pubblicitaria è ”nascondere i mille problemi che affliggono la giustizia civile e che rimangono inevasi”, denuncia l’Oua.

”Si pontifica su alcuni aspetti del nuovo sistema di conciliazione, ma si omettono tutti quegli aspetti che possono risultare ai cittadini scomodi: l’obbligatorietà, i costi, l’eliminazione del diritto alla difesa e le conseguenze sull’accesso a un servizio essenziale come la giustizia – fa notare il presidente Maurizio De Tilla – Anzi, nel messaggio si sottolinea l’assenza dell’avvocato, denunciando così un pregiudizio nei confronti della categoria e del ruolo che questo professionista ha a tutela del cittadino”.

Non è la prima volta che il ministro Alfano ricorre a uno spot: lo aveva già fatto a maggio ed era lui stesso a pubblicizzare sul suo sito Internet la possibilità di compilare direttamente sul web i ricorsi al giudice di pace e di controllare tramite il computer lo stato del proprio procedimento e le date delle udienze. Allora a polemizzare fu l’Unione nazionale dei giudici di pace, che fece notare che in realtà si trattava di eventualità limitata a pochi uffici giudiziari in tutta Italia e che comunque i ricorsi andavano inoltrati manualmente.