Grazia Bruno dopo 8 giorni non si decompone. Perché? Forse sono i farmaci…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2014 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA
Grazia Bruno dopo 8 giorni non si decompone. Perché? Forse sono i farmaci...

Grazia Bruno dopo 8 giorni non si decompone. Perché? Forse sono i farmaci…

VILLAGRAZIA DI CARINI (PALERMO) – Grazia Bruno, 68 anni, è morta da otto giorni, ma il suo cadavere non si decompone. Forse sono i farmaci. E il marito e i figli chiedono che la bara non venga chiusa, vogliono impedire a tutti i costi la tumulazione di quel corpo ancora intatto.

Grazia, morta a Villagrazia di Carini (Palermo) giovedì 6 febbraio per un tumore non diagnosticato per mesi, ha ancora un colorito naturale, il suo corpo è ancora caldo, gambe e braccia non sono rigidi, e nella stanza che la ospita da più di una settimana non c’è l’odore di morte che dovrebbe esserci. Sul corpo non c’è alcun segno di rigor mortis né un principio di decomposizione.

“Fosse rimasta una fetta di carne per 48 ore fuori dal frigo, qui non si potrebbe entrare dal fetore”,

dicono i figli di Grazia, Francesco, Maurizio, Lucrezia e Mary Passalacqua ad Alessandra Ziniti, di Repubblica.

“Lo sappiamo, obiettivamente è morta. Non c’è alcun parametro vitale attivo. Ma lei sua madre così la metterebbe sotto terra? I casi di morte apparente esistono e sono scientificamente provati. In questa settimana allucinante di continua veglia di nostra madre ci siamo fatti una cultura su Internet. E se è in stato di catalessi? E se si risveglia dopo che abbiamo sigillato la cassa zincata. Io e i miei fratelli vogliamo continuare a dormire la notte senza essere macinati dal rimorso”.

Enzo Passalacqua, l’anziano marito di Grazia, chiede che non si prendano sua moglie, per seppellirla.

I figli giustificano il sindaco, ma non sanno che fare:

“Hanno detto che ci siamo rassegnati, che acconsentiamo alla tumulazione ma non è così. È solo che non sappiamo cosa fare. Il sindaco, lo capiamo, deve fare il suo dovere, la legge glielo impone. E a noi hanno detto che se ci opponiamo se la porteranno via i carabinieri con la forza e ci denunceranno. Cosa dobbiamo fare?”.

Chiedono che qualche medico di fama, qualche scienziato faccia tutti gli accertamenti possibili e che comunque la bara non venga chiusa.

I medici che hanno già visto Grazia Bruno hanno un solo dato certo: i due elettrocardiogrammi ripetuti in questi otto giorni per venti minuti di fila sono assolutamente piatti.

Una delle ipotesi è che a causare il mancato processo di decomposizione del corpo sia l’effetto dei farmaci che la donna prendeva per la patologia tumorale ai polmoni che le aveva ormai gravemente attaccato il fegato. Se fosse così, il corpo potrebbe mantenersi in questo stato ancora per mesi.