Green Pass per circolare liberamente in Italia per ora è a pagamento. Manca ancora la convenzione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Maggio 2021 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Green Pass per circolare liberamente in Italia per ora sarà a pagamento. Manca ancora la convenzione

Green Pass per circolare liberamente in Italia per ora sarà a pagamento. Manca ancora la convenzione (foto Ansa)

Il Green Pass per circolare liberamente in Italia sarà a pagamento. O almeno così è per ora. 

Il Green Pass, parliamo quindi del documento che permette a chiunque, anche a chi vive in zona rossa o arancione di spostarsi in ambito nazionale, accertando l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid-19 o la negatività al virus attraverso un tampone antigenico rapido o molecolare, sarà erogato dai medici di medicina generale ma a pagamento. Almeno per ora. Al momento, infatti, nessuna convenzione è stata ancora firmata.

Green Pass per circolare liberamente in Italia per ora è a pagamento. Manca ancora la convenzione. Le parole del presidente dell’Ordine dei Medici di Milano

Lo spiega all’agenzia Agi il dottor Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, che ha riferito che sono già molti i cittadini che stanno richiedendo la certificazione.

“Molti di loro quando gli viene detto che è a pagamento si tirano indietro – spiega Rossi – del resto non è possibile per noi fare altrimenti. Il green pass al momento non rientra nell’elenco di prestazioni convenzionate che vengono definite una per una nell’accordo collettivo nazionale e non dimentichiamo che i medici di base sono liberi professionisti, non dipendenti del servizio sanitario pubblico. Ci sono una serie di certificati, come per esempio quello di ‘riammissione scolastica’ che sono gratuiti perché rientrano in questa convenzione. Per esempio in passato la certificazione Inail veniva pagata dal cittadino, ora la legge ha disposto che sia gratuito e noi lo abbiamo recepito”.

Green Pass per circolare liberamente in Italia. Solo un ulteriore aggravio burocratico?

“Vediamo i singoli casi: il tampone negativo nelle ultime 48 ore viene constatato da un laboratorio di analisi, che senso ha che lo riporti in un certificato il medico di medicina generale? È come se una persona fa un esame del sangue per vedere il gruppo sanguigno. Quello è, non c’è bisogno che qualcun altro lo attesti. Il medico non fa altro che prenderne atto. Nell’ipotesi di un paziente guarito, io medico scrivo che lo è da 21 giorni ma basandomi sulle sue dichiarazioni, che non ha sintomi da una settimana”. Insomma, per il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano il certificato verde così come viene proposto è solo “un ulteriore aggravio burocratico in quello che per antonomasia è il Paese dei certificati”.