Guerra Procura di Milano: vice di Bruti Liberati contesta scippo di 5 inchieste

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Marzo 2014 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Guerra Procura di Milano: vice di Bruti Liberati contesta scippo di 5 inchieste

Guerra Procura di Milano: vice di Bruti Liberati contesta scippo di 5 inchieste

ROMA – Guerra Procura di Milano: vice di Bruti Liberati contesta scippo di 5 inchieste. Il vice capo procuratore contro il procuratore capo alla Procura di Milano: dietro l’esposto al Csm di Alfredo Robledo che contesta i criteri di assegnazione delle inchieste da parte di Edmondo Bruti Liberati si profila una “guerra” (così tutti i giornali) intestina in quella che viene considerata (a torto o a ragione) la “trincea che processò Berlusconi” (titolo de Il Fatto Quotidiano).

Le inchieste in questione, secondo l’esposto che assomiglia a una vera e propria requisitoria (“violate le regole di specializzazione”) riguardano cinque fascicoli: la presunta turbativa d’asta per la cessione delle quote Sea, i procedimenti Ruby 1 e Ruby ter contro Berlusconi, quello relativo al San Raffaele e un quinto, coperto da segreto istruttorio che verosimilmente si riferisce al sistema della Sanità in Lombardia. In particolare il vice procuratore capo Robledo si è deciso a denunciare formalmente la mancata assegnazione al dipartimento che guida (reati contro la pubblica amministrazione) dei fascicoli di cui rivendica la titolarità.

Il caso Ruby per esempio è stato assegnato a Ilda Boccassini (responsabile delal Direzione distrettuale antimafia sarebbe competente sulla prostituzione minorile). Altri sono stati affidati al collega Francesco Greco, capo del dipartimento reati finanziari. Con Boccassini ci sono anche problemi di rapporti personali visto che Robledo contesta a Bruti Liberati la mancata collaborazione su un procedimento con ipotesi di corruzione (Robledo chiede gli atti Boccassini non risponde neppure verbalmente).

Marco Lillo su Il Fatto Quotidiano rileva una incongruenza, diciamo così, storica: Magistratura Democratica, di cui Bruti Liberati è un autorevole esponente si dalla sua fondazione, quella che per i dirigenti tutti del Pdl era considerata  il partito delle toghe rosse “che svolge un’azione eversiva” per eliminare Berlusconi, secondo il magistrato Alfredo Robledo, mai legato a nessuna corrente interna, sarebbe stata in realtà fin troppo morbida, o comunque disponibile a ritardare un procedimento come quello per il San Raffaele durante le operazioni di salvataggio del polo ospedaliero. “Sembra di intravedere un diverso modo di intendere l’obbligatorietà dell’azione penale da parte del procuratore Bruti, più attento di Robledo alle esigenze esterne non puramente investigative” scrive Lillo.