AREZZO – Guerrina Piscaglia: secondo alcune indiscrezioni di stampa sarebbero almeno sei le contraddizioni in cui è incappato padre Gratien, il frate congolese sospettato per la sparizione della donna, avvenuta l’1 maggio 2014. Sintetizza Urban Post:
Il processo a carico di padre Gratien Alabi, accusato di avere ucciso Guerrina Piscaglia, la casalinga scomparsa da Ca’ Raffaello il 1° maggio 2014, entra nella sua fase decisiva. Il prete congolese, al quale sono stati revocati i domiciliari, qualche giorno fa ha rilasciato un’intervista esclusiva a Pomeriggio 5, in cui ha negato le accuse che gli vengono rivolte dalla procura di Arezzo, rivelando particolari finora sconosciuti sul suo rapporto con la 50enne scomparsa. Contro di lui diversi elementi indiziari e molte contraddizioni. Sei, per l’esattezza, così sintetizzate dal Corriere di Arezzo: “Dalla ‘fuga col marocchino’ a quella col ‘carabiniere’, dallo ‘zio Francesco’ al ‘suicidio’, dal ‘ne sapremo qualcosa fra 30, 40 anni’ al ‘spero sia viva’ detto in tv a Pomeriggio 5”. Ma a detta della criminologa Roberta Bruzzone, consulente per la famiglia di Mirco Alessandrini, marito di Guerrina, esisterebbero anche altri elementi di colpevolezza a carico del religioso congolese, che presto emergeranno al processo. La nota criminologa, che di recente ha incontrato l’avvocato della parte civile, Detti, ha definito l’imputato “un uomo manipolatore” di situazioni e persone.