Guidonia, Rosina Raffaele uccisa in casa con almeno 20 coltellate

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2014 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA
Guidonia, Rosina Raffaele uccisa in casa con almeno 20 coltellate

Guidonia, Rosina Raffaele uccisa in casa con almeno 20 coltellate

ROMA – Rosina Raffaele è stata trovata morta nella sua casa di Setteville di Guidonia, vicino Roma, l’8 ottobre. Almeno 20 le coltellate inferte a Rosina, sarta di 74 anni. Numerosi i tagli sulle braccia, segno che la donna fino all’ultimo ha tentato di difendersi. Ignoto il movente di questo brutale omicidio, con gli investigatori che escludono un tentativo di rapina finito in tragedia.

Elena Ceravolo e Marco De Risi sul Messaggero scrivono:

“Rosina Raffaele, che da anni viveva da sola dopo la morte del marito, abitava al piano terra di una palazzina di via Monti, a poche decine di metri dalla chiesa del quartiere. Tre delle sue finestre danno proprio sulla strada sul retro dell’edificio, in via Pascoli. Facile entrarvi, facile allontanarsi nella penombra.

L’abitazione non è stata trovata a soqquadro, se non il normale disordine dovuto al fatto che la donna – sebbene saltuariamente – continuasse a svolgere il suo lavoro di sarta in casa. Piccole riparazioni, un orlo per i vicini, gli amici, i vecchi clienti d’un tempo. Ad un primo sopralluogo inoltre non risulta finora che sia stato sottratto qualche oggetto di valore”.

L’ipotesi della rapina non prende piede tra gli investigatori:

“Sulla porta d’ingresso non sono stati rilevati segni di effrazione: segno che la donna ha accolto in casa qualcuno che conosceva, almeno di vista e che, evidentemente, non temeva”.

A scoprire il corpo uno dei figli della donna:

“Tutto nasce – hanno spiegato – dalla telefonata di un nipote che non riusciva a mettersi in contatto con lei e che, allarmato, ha avvisato i parenti. Poi uno dei figli della donna ha deciso di andare a controllare di persona facendo così la tragica scoprta. Sangue dappertutto, la donna riversa in terra, la lama che si intravvedeva soto il suo corpo. Per non tralasciare alcun particolare l’attenzione dei poliziotti si è concentrata perfino sui cassonetti della differenziata, chiusi con lucchetto, sul vialetto d’ingresso del palazzo, a caccia di indizi utili”.

Ora tra rabbia e dolore i tre figli, i nipoti e i vicini di casa chiedono di trovare l’assassino di Rosina:

“«Nel quartiere si faceva voler bene da tutti. Era solare – racconta Giancarlo Amante, gestore di un ufficio accanto all’ingresso del palazzo – Le volevano tutti bene perché aveva sempre il sorriso, una parola di conforto per tutti, era disponibile sul lavoro ma anche ottimo carattere»”.

Anche le amiche non si danno pace per questa morte violenta:

“«E’ terribile. Non ci posso credere – ha detto un’amica tra le lacrime. Nessuno avrebbe mai potuto pensare ad una morte così. L’ultima volta l’ho vista ieri sera, sono venuta qui a trovarla. Era tranquilla e sorridente come al solito, la Rosina di sempre. Niente faceva trasparire una preoccupazione o il timore che potesse andare incontro a un guaio come questo. Devono prenderle quelle belve, perché solo una belva feroce può aver fato una cosa simile a Rosina»”.