I sindaci anti-manovra in piazza, passo indietro dei leghisti

Pubblicato il 15 Settembre 2011 - 12:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono 8049 i sindaci anti-manovra in sciopero in tutta Italia. Sono pronti a restituire simbolicamente ai prefetti le deleghe sulle funzioni di anagrafe ma il 'diktat' della Lega Nord ha rotto il fronte unito dei comuni.

Il sindaco di Varese, Attilio Fontana, dopo le critiche dei giorni scorsi, ha deciso di non aderire allo sciopero, ha augurato comunque ai primi cittadini il pieno successo per le iniziative e ha annunciato che rimettera' il suo mandato di presidente di Anci Lombardia nelle mani dell'assemblea regionale, che sara' convocata la prima settimana di ottobre. Anche il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che come Fontana aveva usato toni duri contro l'Esecutivo nazionale e il premier Berlusconi, ha detto che a Verona lo sciopero non si fa ''per non creare un disagio ai cittadini interrompendo un pubblico servizio. Ma nessuno – ha precisato Tosi – impedisce ai sindaci di dire quello che pensano, ci mancherebbe altro". E non sono solo i sindaci leghisti a fare un passo indietro. I Comuni maremmani di Isola del Giglio, Monte Argentario e Roccalbegna e Campagnatico non aderiranno alla giornata di mobilitazione indetta dall'Anci per domani. "Il senso di responsabilità che riteniamo fondamentale rispetto a qualsiasi momento storico e questo in modo particolare ci impone di continuare a lavorare nell'interesse delle comunità locali che ci hanno dato democratico mandato e piena fiducia per farlo – spiegano – e se protestare è certamente legittimo, riteniamo che, in un momento così difficile a livello internazionale e nazionale, lo si debba ricondurre ad un maggiore dialogo all'interno dei luoghi deputati cioé le istituzioni''.

Non rinuncia invece alla protesta, nonostante le critiche che gli sono arrivate dall'opposizione in Consiglio comunale, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.