Igor il russo, la grafologa analizza la sua personalità: morte e violenza nella sua firma

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2017 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA
Igor il russo, la grafologa analizza la sua personalità: morte e violenza nella sua firma

Igor il russo, la grafologa analizza la sua personalità: morte e violenza nella sua firma

ROMA – Luciana Crucitti, grafologa giudiziaria e criminologa, ha analizzato su il quotidiano Il Tempo la personalità del killer di Budrio, Norbert Feher alias Igor il russo, attraverso la sua grafia.

Scrive la Crucitti: “Le masse grafiche ben occupano il foglio bianco, indicativo di chi si prende lo spazio che esige. Margine sinistro ampio, di chi è andato oltre la propria famiglia d’origine”. “La sua firma si presenta molto staccata, indice di pause nel processo di canalizzazione dell’energia scrittoria. Si rileva nel cognome una ripetizione di due lettere, come per ricordare a se stesso un cognome che non gli appartiene, che ha rubato”.

Igor, prosegue la grafologa, “non si fida proprio di nessuno, neanche delle persone che conosce da tempo”, si coglie “una sete di giustizia punitiva, che nasce da un passato di durezza”. “Sente di essere giusto e perfetto, mentre considera gli altri imperfetti, da punire ed eliminare”. Le ovali medie della firma “rappresentano l’Io di chi scrive e, in questo caso, si esprimono in maniera cangiante e poliedrica. Un Io che si traveste e si nasconde, in una sorta di trasformismo teatrale tragicomico, finalizzato a delinquere”.

Altri dettagli della calligrafia. “l’Io non riesce ad aprirsi e ad accogliere il Tu. Il Fuggitivo non accoglie, non abbraccia, non conforta; gela l’anima e il cuore. Il tutto deriva da grandi tensioni interiori; incapacità di aprirsi e cogliere l’ampiezza della vita”. E poi nella sua firma “sono presenti gli angoli A, nell’area basale delle lettere, indicativi di un’eccessiva reattività in risposta a ciò che detesta. Risentimento accentuato. Non accetta osservazioni o critiche al suo comportamento. Ricerca negli altri la loro vulnerabilità per tenerli in pugno”.