Igor il Russo, la procura di Bologna chiede il rinvio a giudizio: 11 capi d’accusa per il killer

di Redazione blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2018 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
igor il russo

Igor il Russo, la procura di Bologna chiede il rinvio a giudizio

ROMA – La Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per Norbert Feher alias Igor il russo.

Il killer, in realtà di nazionalità serba, è accusato degli omicidi del barista Davide Fabbri e del volontario Valerio Verri, tra le province di Bologna e Ferrara, aprile 2017. È in carcere in Spagna, a Saragozza, dove risponde di altri tre assassinii, commessi prima dell’arresto, a dicembre.

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Sono sei gli alias con cui Igor è indicato nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Marco Forte e dal procuratore di Bologna Giuseppe Amato, che lo chiamano a rispondere di 11 imputazioni, le stesse che gli sono state già notificate nell’interrogatorio a Saragozza il 23 marzo, quando si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati italiani.

L’identificazione ritenuta ‘definitiva’ del criminale, latitante per oltre sei mesi prima dell’arresto in Aragona, è quella di Norbert Feher nato a Subotica, Serbia, il 10 febbraio 1981. Allo stesso nome e cognome sono poi associati altri luoghi di nascita e età: in due di questi è nato a Segedin, in Ungheria, in un caso sempre il 10 febbraio ’81, in un altro 10 anni esatti prima; per un terzo alias invece è nato a Budapest, capitale ungherese, il 25 marzo 1979; nel quarto, risulterebbe di Taskent, nell’atto locata in Russia, in realtà Uzbekistan), nato il 21 ottobre 1976; nell’ultimo nella stessa città, ma con nascita segnata il 21 ottobre dell’anno prima.

In ordine cronologico, Feher risponde della rapina ai danni della guardia giurata Piero Di Marco, aggredita il 30 marzo 2017, sparando un colpo con un fucile da caccia a Consandolo di Argenta (Ferrara), per impossessarsi della pistola d’ordinanza. “Butta l’arma e stai fermo, buttati in terra, non guardare, stai fermo, non guardarmi, non guardarmi”, le parole del killer.

Ci sono poi la tentata rapina e l’omicidio del barista di Riccardina di Budrio (Bologna) Davide Fabbri, l’1 aprile, nella tabaccheria-bar ‘Il Gallo’. Entrò imbracciando il fucile, in testa cappello da caccia e giaccone militare col bavero alzato, minacciò il gestore e due clienti: “Dammi i soldi”, disse a Fabbri, che lo disarmò, ne nacque una colluttazione durante la quale Feher riuscì a estrarre la pistola e a esplodere un colpo letale a distanza ravvicinata.

Il 4 aprile, la tentata rapina a un pachistano, avvicinato sempre a Consandolo: Igor lo minacciò con un’accetta, per farsi consegnare le chiavi di un furgone, ma la vittima fuggì.

L’intento di rubare un mezzo fu realizzato nei giorni successivi, quando a Mezzolara di Budrio Feher entrò in una casa, prese le chiavi di un garage e scappò alla guida di un Fiorino.

L’8 aprile, l’omicidio della guardia ecologica volontaria Valerio Verri e il tentato omicidio dell’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, nelle campagne del Mezzano dove i due erano impegnati in un pattugliamento contro la pesca di frodo: Igor sparò diversi colpi di pistola quando i due si avvicinarono. Poi la fuga, iniziata con il Fiorino abbandonato a lato della strada nella zona di Molinella dove intercettò una pattuglia di carabinieri in borghese e la latitanza durata fino a metà dicembre. A Igor sono contestati inoltre anche la ricettazione del fucile e la detenzione delle armi, oltre al fatto di aver commesso i delitti sottraendosi ad un mandato di cattura emesso dal tribunale di Ferrara per rapine commesse nel 2015.