Igor il Russo “spietato criminale, orgoglioso delle sue azioni”: le motivazioni dell’ergastolo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Giugno 2019 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
Igor il Russo

Igor il Russo “spietato criminale, orgoglioso delle sue azioni”: le motivazioni dell’ergastolo

BOLOGNA – “La lucida fredda, spietata geometria criminale” di Norbert Feher, alias Igor il Russo, non deve lasciare, “sbavature nella fase esecutiva o evocare rivisitazioni critiche che possano suonare come autentico pentimento o come inizio di una revisione critica: in perfetta coerenza con la propria Weltanshauung” Feher “non ha inteso fornire alcun autonomo contributo alla ricostruzione dei fatti, rivendicando con compiaciuto orgoglio di ‘essere pagato per tacere'”. Lo si legge nella sentenza che condanna all’ergastolo il killer serbo.

Il giudice dell’abbreviato, nel motivare la mancata concessione delle attenuanti generiche al serbo, accusato di due omicidi e altri reati e attualmente detenuto in Spagna per un successivo triplice assassinio, osserva che la confessione di Igor, “peraltro non completa, si riduce a una semplice contabilizzazione sequenziale refrattaria a ogni profilo di autocritica, quasi come fosse inserita in un fluire deterministico, oggettivamente non associata ad alcuna prospettiva di mitigazione della pena che, peraltro, Feher non sembra nemmeno attendersi”.

In 27 pagine di sentenza il gup Alberto Ziroldi ricostruisce i delitti commessi tra il 30 marzo e l’8 aprile 2017, dalla rapina di una guardia giurata a Consandolo di Argenta (Ferrara), all’omicidio del barista di Budrio (Bologna) Davide Fabbri, fino all’agguato in cui venne ucciso il volontario Valerio Verri e gravemente ferito l’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, nelle campagne di Portomaggiore. Poi ‘Igor’ fece perdere le sue tracce, restando latitante fino all’arresto in Spagna otto mesi dopo, a Teruel, dove, prima di essere bloccato, uccise due agenti della Guardia Civil e un agricoltore. Oltre a sottolineare i molteplici indizi, balistici, genetici e testimoniali che inchiodano l’autore dei reati, il giudice si sofferma sul racconto dell’imputato, segnalandone le contraddizioni. Igor tra l’altro disse di essere andato nel bar di Fabbri, l’1 aprile 2017, per recuperare un credito di diecimila euro e poi di essersi difeso dall’aggressione del barista. Quest’ultima ipotesi, per il giudice, si pone “in radicale contrasto con il dato obiettivo”. Inoltre l’indagine “non ha consentito di accertare con certezza se vi fosse una pregressa conoscenza tra i due”.

La sentenza cita una persona sinti, sentita in indagine, secondo cui Fabbri aveva acquistato orologi e altro materiale, anche di natura illecita, lasciando intendere che Feher mirasse a quello, mentre un’altra persona ha detto che Feher era andato da Fabbri per esigere un proprio credito di 4-5.000 euro. Ma si tratta “o di deduzioni soggettive o della riproduzione di voci correnti, che introducono dati di conoscenza processualmente non spendibili”, per il giudice. (fonte ANSA)