Igor il Russo, tracce killer scomparse dopo metà maggio

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2017 - 17:22 OLTRE 6 MESI FA
Igor il Russo, tracce killer scomparse dopo metà maggio

Igor il Russo, tracce killer scomparse dopo metà maggio

ROMA – Prove scientifiche accertano la presenza di Norbert Feher, alias Igor il Russo, almeno fino a metà maggio nella zona tra Bologna e Ferrara dove da inizio aprile si sono concentrate le ricerche per il latitante serbo, accusato degli omicidi di Davide Fabbri a Budrio e Valerio Verri a Portomaggiore.

Il punto fermo per gli investigatori, coordinati a Bologna dal pm Marco Forte, arriva dal Ris di Parma che ha isolato il Dna del killer su reperti fiutati dai cani molecolari nell’area tra le oasi di Molinella e Campotto dove si ritiene l’indagato avesse vari rifugi.

Si tratta di oggetti e tracce prese da bivacchi, su cui è stato possibile estrarre il profilo genetico, coincidente con quello del sangue trovato fuori dal bar di Budrio, dove l’1 aprile è stato ucciso Fabbri e sul furgone abbandonato a bordo strada a Molinella la sera dell’8 aprile, dopo il secondo omicidio. Questi riscontri tecnici collocano dunque il killer nella zona rossa, oggetto delle battute dei reparti speciali, fino a metà maggio.

Gli esiti tecnici, dunque, confortano l’ipotesi investigativa seguita e cioè che il ricercato si nascondesse tra boschi e canali già da lui frequentati in passato.

Dopo metà maggio, però, c’è come un buco: non ci sarebbero cioè più state segnalazioni e tracce ed è per questo che gli inquirenti non parlano più di un fuggitivo, ma di un latitante. Una definizione che costringe a cambiare metodo e rimodulare le forze in campo: il contingente di militari specializzati nelle ricerche dedicati al caso è stato ridotto, anche se è rimasta una quarantina di uomini pronti a scattare nel momento in cui dovesse essere nuovamente circoscritta un’area. Le indagini proseguono su altri fronti, scandagliando i possibili contatti del serbo e analizzando tutti gli elementi in mano.

Giovedì 8 giugno è stata sentita dal Pm e dai Carabinieri Maria Sirica, la vedova di Fabbri, per ricostruire le fasi dell’omicidio – la donna era presente nel locale – e per capire perché per una rapina sia stato scelto proprio il bar Gallo, in un’isolata frazione della bassa. Le domande che sono state rivolte alla donna hanno riguardato anche l’incasso che alla sera solitamente avevano nel bar-tabaccheria e la collezione di orologi del marito, molti dei quali comprati in mercatini. Un hobby su cui si è concentrata l’attenzione per comprendere se Feher ne potesse indirettamente essere a conoscenza, ma che al momento non porta a piste concrete.