Igor Vaclavic “il Russo”: la storia del Rambo in fuga per l’Emilia Romagna

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2017 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA
Igor Vaclavic "il Russo": la storia del Rambo in fuga per l'Emilia Romagna

Igor Vaclavic “il Russo”: la storia del Rambo in fuga per l’Emilia Romagna (foto Ansa)

BUDRIO – Un uomo senza pietà. Igor Vaclavic, 41 anni, viene descritto così dalla moglie di Davide Fabbri, il barista ucciso l’1 aprile in una rapina a Riccardina di Budrio. L’uomo, braccato perché sospettato di essere l’assassino spietato che ha ucciso il barista e dopo pochi giorni una guardia ecologica volontaria in provincia di Ferrara, arriva in Italia attorno al 2005. Viene soprannominato ‘Igor il russo‘ perché lui stesso dice di provenire da lì e di essere un ex militare. In realtà in base alle verifiche degli inquirenti Vaclavic, che ha diversi alias, potrebbe essere originario di un paese della ex Jugoslavia e non sarebbe un ex militare.

Ma sicuramente nel suo comportamento mostra freddezza e determinazione e le movenze da uomo addestrato all’uso delle armi e alla gestione di situazioni difficili: una specie di Rambo. Si dice che nell’ottobre 2010, per sfuggire ai carabinieri, si gettò in un canale rimanendo sott’acqua e respirando con una canna. Alla fine lo presero. Ma prima di venire arrestato la prima volta avrebbe anche lavorato come operaio.

Di fatto nel 2007 viene arrestato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Cinque colpi messi a segno abbigliato da guerriero ninja: faretra sulle spalle, coltello legato ad una gamba, una bandana nera in testa. A fermarlo i carabinieri di Rovigo che lo arrestano nel maggio 2007. In carcere, dove si dice che gli venga affibbiato il soprannome di ‘Lupo Solitario’, ci resta 3 anni. Quando esce gli viene data una prima espulsione dall’Italia firmata dal questore di Rovigo (ne seguirà un’altra), che però resta sulla carta.

In realtà una volta fuori riprende la serie di rapine, nella zona di Argenta (Ferrara): sei i colpi contestati. Non si veste più da ninja ma le rapine le compie comunque con un armamentario da paura: casco in testa ed ascia in mano. Viene arrestato di nuovo e condannato a 5 anni e 4 mesi. Per buona condotta esce dal carcere nel maggio 2015.

Con alcuni ex compagni di carcere riprende i panni del rapinatore: è la banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello, fatto di sangue a cui Igor non partecipò e per cui sono già state pronunciati due ergastoli. Però a suo carico viene emesso un mandato di arresto europeo per 3 rapine. Dal 2015 di Igor si perdono le tracce sino a quando la settimana scorsa, nella notte tra il 29 e il 30 marzo una guardia della Securpol viene rapinata da un uomo armato di fucile da caccia della sua Smith&Wesson calibro 9 “argentata”.

Si pensa subito a lui e due giorni dopo, la sera dell’1 aprile, a Riccardina di Budrio fucile e pistola ricompaiono nell’omicidio di Davide Fabbri. Il fucile a pallettoni porta anche a collegamenti con un altro delitto irrisolto, l’uccisione a Fosso Ghiaia di Ravenna, il 30 dicembre 2015, del metronotte Salvatore Chianese. E poi si arriva a ieri sera, quando Igor Vaclavic uccide la guardia volontaria Valerio Verri, e ferisce una guardia provinciale, Marco Ravaglia.