“Il tetto sulle retribuzioni incostituzionale”: la faccia tosta dei dipendenti del Parlamento

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2014 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
"Il tetto sulle retribuzioni incostituzionale": la faccia tosta dei dipendenti del Parlamento

“Il tetto sulle retribuzioni incostituzionale”: la faccia tosta dei dipendenti del Parlamento

ROMA – I dipendenti del Parlamento sono in rivolta per il tetto alle retribuzioni di 240.000 euro annui che riguarda tutti i lavoratori nella Pubblica amministrazione. Il tetto, ricordiamolo, è al netto dei contributi previdenziali. Al lordo, si tratta di una cifra di 280.000 euro. Non esattamente una paga da fame.

Ma Paolo Chirichilli, sindacalista della Uil, dà voce al malcontento dei dipendenti parlamentari che sono da mesi sul piede di guerra, e alza il muro del “distinguo”. Intervistato da Tommaso Ciriaco di Repubblica afferma:

“C’è un problema molto grosso di giurisprudenza. Sui 240 mila euro siamo disposti a trattare, ma ricordo che il tetto vale per la PA, mentre gli organi costituzionali sono invitati a risparmiare 50 milioni. E questo perché sono diversi, ad esempio per lo status giuridico dei dipendenti”

Per Claudio Capone della Cgil il problema è un altro

“Più che calare la mannaia, a noi interessa una riforma che renda più efficienti. Non facendola costare un ero in più del necessario, ma evitando provvedimenti inutilmente punitivi. Introdurre un tetto dà l’idea che un datore di lavoro può decidere che un dipendente guadagni troppo e togliergli parte dello stipendio. Bisogna usare cautela: i salari, insomma, non sono l’inizio del problema. Se le leggi riconoscono che è legittimo il tetto, ne parleremo, ma sulla base di una consolidata giurisprudenza nutro qualche dubbio di costituzionalità”.

Chirichilli, così come Anna Danzi dell’Indipendente e libero sindacato, fanno notare l’elevata professionalità dei dipendenti di Camera e Senato. Troppo preziosi per essere obbligati a un tetto di 240.000 euro netti all’anno:

Chirichilli: “Perché nessuno scrive che c’è chi ha 500 giorni di ferie arretrate? Oppure, prendiamo il caso dei consiglieri parlamentari: hanno la capacità di un notaio o di un avvocato. Se uno studio notarile prende un milione di euro va bene, ma ci si scandalizza per la cifra ragguardevole che percepiscono i consiglieri. Signori, questa è l’istituzione più importante del Paese

Danzi: “Il nostro lavoro richiede una elevata professionalità. Come tutte le cose pregiate, come una Porsche, ha un costo. Nessuno si stupisce se costa di più un diamante di una pietra di scarso pregio”.