Ilva, acciaieria sopravvivrà a questa sentenza e alla prossima? Tra lo spegnimento e l’elettrico

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Giugno 2021 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA
Ilva, acciaieria sopravvivrà a questa sentenza e alla prossima? Tra lo spegnimento e l'elettrico

Ilva, acciaieria sopravvivrà a questa sentenza e alla prossima? Tra lo spegnimento e l’elettrico FOTO ANSA

Sopravvivrà l’acciaieria Ilva alla sentenza di ieri che ha portato alle condanne dei fratelli Riva e alla confisca dell’impianto? Ma soprattutto, sopravvivrà alla prossima sentenza, quella ben più importante del Consiglio di Stato?

Già perché nel giro di qualche giorno il Consiglio di Stato deciderà se confermare o meno l’istanza del sindaco di Taranto che ha chiesto (e ottenuto) dal Tar lo spegnimento degli altiforni delle Acciaierie d’Italia. L’Ilva ora in realtà si chiama così, dopo l’ingresso dello Stato al fianco di ArcelorMittal, ma si continua comunque a chiamarla Ilva.

L’Ilva in bilico tra lo spegnimenti e l’elettrico

La sentenza di ieri è stata importante perché ha certificato l’inquinamento ambientale. Importante però più per il punto di vista processuale e per i residenti e ambientalisti. Ma per l’azienda e gli operai? La confisca è una cosa, lo spegnimento è ben altro. Significa chiudere, senza forni non si fa l’acciaio. E allora come farà a sopravvivere l’acciaieria?

Il progetto c’è. Il disegno del governo Draghi è quello di trasformare lo stabilimento di Taranto in un’acciaieria green con altiforni-forni elettrici. “Ci sono due strade – ha detto ieri al Fatto Quotidiano il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – la prima è elettrificare il prima possibile. La direzione in tal senso nel Recovery l’ho già data. Questo se si va nella direzione di salvaguardare dei posti di lavoro. Se però ci fosse per esempio il ministero della Salute che bussa e mi dice “guarda che lì la situazione è insostenibile” allora si chiude”.

La confisca sperando nel Consiglio di Stato

Ad oggi la confisca dell’area a caldo non ha effetti sulla produzione, anche perché scatterebbe solo dopo il terzo grado di giudizio: “Non c’è alcun pregiudizio sulla facoltà d’uso dello stabilimento – spiega Angelo Loreto, legale dei commissari straordinari di Ilva che hanno affittato l’impianto ad ArcelorMittal -. La confisca inoltre dipende dall’adempimento delle prescrizioni del piano ambientale, quindi è sempre revocabile”. Adesso si attende il Consiglio di Stato, dopo di ciò l’Ilva, o ex Ilva, saprà se riaprire diventando green e quindi sopravvivere oppure rimanere spenta.