Ilva Taranto. Arresti ai vertici, anche per Fabio Riva. Indagato Ferrante

Pubblicato il 26 Novembre 2012 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Ilva. 7 arresti a Taranto: accuse di concussione e disastro ambientale

TARANTO – Sette persone sono state arrestate a Taranto nell’ambito dellinchiesta sull’Ilva. Le accuse delle ordinanze firmate dal Tribunale di Taranto sono di associazione a delinquere, disastro ambientale e concussione. Tre persone sono in carcere e quattro agli arresti domiciliari.

I militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato l’acciaio e tutto il prodotto finito giacente sulle banchine del porto di Taranto utilizzate dall’Ilva. Si tratta di un sequestro preventivo chiesto e ottenuto dalla Procura della Repubblica della città pugliese, in questo modo la merce non potrà essere commercializzata.

Gli arresti riguardano i vertici della società Ilva, politici e funzionari pubblici. Oltre agli arresti la Guardia di Finanza sta eseguendo perquisizioni in Puglia e in altre regioni in uffici legati all’inchiesta sull’Ilva.

Secondo indiscrezioni, scrive l’Ansa, c’è anche Fabio Riva, vicepresidente di Riva Group, tra i destinatari delle sette ordinanze di custodia cautelare emesse. Il provvedimento nei confronti di Fabio Riva, figlio del patron dell’Ilva Emilio ai domiciliari dal 26 luglio, non è stato ancora eseguito. Gli arresti vengono eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla base di due ordinanze di custodia cautelare firmate dai Gip Patrizia Todisco e Vilma Gilli.

Michele Conserva, ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto, è tra le persone destinatarie di provvedimenti cautelari. Conserva è agli arresti domiciliari e si è dimesso circa due mesi fa dall’incarico. Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, è indagato per ”inosservanza delle precedenti disposizioni dell’autorità giudiziaria”. Indagato per lo steso reato l’attuale direttore dello stabilimento tarantino, Adolfo Buffo. Entrambi hanno ricevuto informazioni di garanzia dalla procura.

I provvedimenti sono legati anche ad una inchiesta, parallela a quella per disastro ambientale che il 26 luglio scorso ha portato al sequestro degli impianti dell’area a caldo del Siderurgico. Questa inchiesta parallela e’ stata denominata ‘Environment Sold Out’ (Ambiente svenduto).