Ilva, l’azienda chiederà la cassa integrazione per 6.500: “Investiremo 2,5 mld”

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 - 17:54| Aggiornato il 15 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – Seimila e 500 in cassa integrazione e 2,5 miliardi investiti per il risanamento. E’ quello che farà l’Ilva, come ha comunicato l’azienda ai sindacati di categoria. L’Ilva chiederà la cassa integrazione straordinaria nei confronti di 6.500 lavoratori (di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto). La cassa integrazione, secondo fonti sindacali, comincerà il 3 marzo prossimo e avrà la durata di 24 mesi. L’istanza è motivata dalla ristrutturazione in atto nell’ambito della procedura per la bonifica degli impianti inquinanti, secondo quanto prevede l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Attualmente lo stabilimento di Taranto ha in cassa integrazione 2.600 lavoratori circa, per i quali la Cig scade il 2 marzo.

Nel piano di ristrutturazione aziendale presentato ai sindacati l’Ilva annuncia l’investimento di due miliardi e 250 milioni di euro per gli interventi di risanamento in ottemperanza alle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero dell’Ambiente. Con la chiusura dell’altoforno 5 la produzione dovrebbe passare a diecimila tonnellate al giorno. Saranno collocati in cassa integrazione anche lavoratori degli impianti di Novi Ligure e Pratica di Mare.